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Non sarà stato il personaggio piu' celebre e piu' conosciuto, perchè ai nostri giorni la fama di un campione sportivo supera anche quella di un premio Nobel. Ma non c'è dubbio che dovendo scegliere la figura piu' rappresentativa e importante della Valle Brembana di questo secolo, il nome che si impone è senza dubbio quello di Bortolo Belotti, la sua fama è legata sopratutto alla storia di Bergamo e dei Bergamaschi, un classico che costituisce ancora, a quasi sessant'anni dalla sua prima edizione, la piu' importante storia della nostra provincia. Ma Belotti non fu soltanto storico.

 Fu anche poeta, giurista e senza dubbio il piu' importante uomo politico che abbia espresso la nostra terra. Egli nacque a Zogno il 26 Agosto 1877 da famiglia borghese di tradizioni liberali. Del padre Cesare si ricorda un episodio quando denuncio' il parroco del paese Don Bonometti per aver strappato sul pulpito le effigi di Garibaldi, Mazzini e Cavour, cio' che costo' all sacerdote una condanna a 20 giorni di carcere. Dopo aver frequentato le elementari al paese natio, Bortolo conseguì la maturità presso l'Istituto Sant' Alessandro di Bergamo, iscrivendosi poi alla facoltà di Giurisprudenza di Pavia dove venne ammesso al prestigioso Collegio Ghisleri. Laureatosi inizio' la pratica forense presso il Tribunale di Milano collaborando nel contempo a riviste giuridiche. Nel 1907 inizia la sua attività politica nel Partito Liberale venendo eletto Consigliere e Assessore al Comune di Zogno. Nel 1909 è eletto Consigliere Comunale a Milano. Nel 1913 diventa deputato al Parlamento per il Collegio di Zogno dopo un memorabile duello con il candidato cattolico Carugati: 49,7 contro il 49,4 % dei voti. Il suo impegno politico fu indirizzato sopratutto a far uscire la Valle Brembana dallo stato di grave arretratezza economica in cui versava con le piaghe imperanti dell'emigrazione ed della disoccupazione. Favorì dunque lo sviluppo industriale, si battè per il prolungamento della Ferrovia fino a Piazza Brembana e per la realizzazione delle opere di sfruttamento dell'energia idraulica.Rieletto nel 1919 e nel 1921, fu nominato Sottosegretario al Tesoro e quindi fra il 21 e il 22 Ministro dell'Industria e del Commercio con il governo Bonomi.
 
Bortolo Belotti con la figlia Bianca Maria a Zogno
- Nel partito Liberale, diviso in numerose fazioni, apparteneva al gruppo conservatore e, anche per questo rispetto al fascismo, Belotti assunse in un primo momento un ateggiamento di una certa apertura considerandolo "il male minore". In Mussolini egli vedeva l'uomo capace di salvare l'Italia dall'anarchia e dal dosordine politico e morale. Ancora dopo la marcia su Roma sostenne la necessità di un alleanza con il movimento fascista. Ma l'evoluzione della situazione politica fu tale da renderlo ben presto consapevole della minaccia che il fascismo costituiva per le istituzioni e le libertà democratiche. Decise pertanto di non ricandidarsi alle elezioni del 1924 in cui i liberali si presentarono con i fascisti, lasciando l'attività politica dopo un vibrante discorso antifascista pronunciato nel congresso liberale di Livorno dell'Ottobre dello stesso anno. 

  Torno' dunque alla professione forense e si diede con impegno alla ricerca storica e alla produzione poetica. Gia' nel 1923 aveva pubblicato La Vita di Bartolomeo Colleoni.Del 1925 è una sacrilega faida Bergamasca del '500. Seguono numerose opere poetiche in lingua e in dialetto e decine di pubblicazione a carattere giuridico, in particolare sul diritto di famiglia e sul diritto economico. Il 27 Ottobre 1930 viene arrestatyo a Milano con l'accusa di essere in procinto di pubblicare una rivista letteraria e quindi mandato al confino a Cava dei Tirreni dove rimarrà circa un anno. Subirà poi altre perquisizioni nel 1940 viene pubblicata la sua opera piu' importante: Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, opera che costituisce ancora oggi quanto di piu' completo e approfondito sia stato prodotto a livello storico nella nostra provincia considerata epoca in cui è vissuto, Belotti è storico di vaglia, con visione ampia dei fenomeni storici in tutte le loro dimensioni: sociali, economiche, culturali, artistiche. Seguirà nel 1942 Storia di Zogno e di alcune terre vicine dopo la caduta del fascismo nel Luglio del '43, riprende i contatti con gli uomini del liberalismo Italiano, ma con gli eventi dell' 8 Settembre è costretto a nascondersi prima al Patronato di Santa Brigida di Don Bepo Vavassori e poi nella casa del cappellano della clausura Don Ruggeri. Il 2 Novembre 1943 infine il Belotti emigra clandestinamente in Svizzera dopo una lunga e faticosa marcia notturna. Le sue condizioni di salute nel corso dell'esilio vanno via via peggiorando, finchè muore il 24 Luglio 1944 a Sonvico, presso Lugano. Dalla poliedrita attività del Belotti emergono molteplici esperti della sua personalità: gli affetti famigliari, l'attaccamento alla sua terra, l'ansia di ricerca in campo storico e giuridico, il tormento dell'improva lotta contro la dittatura, il dramma per le tragiche conseguenze della guerra che lo coinvolsero in prima persona, la speranza per un nuovo mondo di libertà e di giustizia, a cui diede il suo grande apporto, ma che gli fu negato di vedere. E si puo' tranquillamente affermare che la sua dimensione travarica abbondantemente l'ambito locale. Perchè Belotti non fu solo uomo della Valle Brembana e insigne Bergamasco, ma senza dubbio uno dei personaggi piu' rappresentativi dell'Italia del suo tempo.
 
 



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