![]() Non sarà stato il personaggio piu' celebre e piu' conosciuto, perchè ai nostri giorni la fama di un campione sportivo supera anche quella di un premio Nobel. Ma non c'è dubbio che dovendo scegliere la figura piu' rappresentativa e importante della Valle Brembana di questo secolo, il nome che si impone è senza dubbio quello di Bortolo Belotti, la sua fama è legata sopratutto alla storia di Bergamo e dei Bergamaschi, un classico che costituisce ancora, a quasi sessant'anni dalla sua prima edizione, la piu' importante storia della nostra provincia. Ma Belotti non fu soltanto storico. |
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- | Nel partito Liberale, diviso in numerose fazioni, apparteneva al gruppo conservatore e, anche per questo rispetto al fascismo, Belotti assunse in un primo momento un ateggiamento di una certa apertura considerandolo "il male minore". In Mussolini egli vedeva l'uomo capace di salvare l'Italia dall'anarchia e dal dosordine politico e morale. Ancora dopo la marcia su Roma sostenne la necessità di un alleanza con il movimento fascista. Ma l'evoluzione della situazione politica fu tale da renderlo ben presto consapevole della minaccia che il fascismo costituiva per le istituzioni e le libertà democratiche. Decise pertanto di non ricandidarsi alle elezioni del 1924 in cui i liberali si presentarono con i fascisti, lasciando l'attività politica dopo un vibrante discorso antifascista pronunciato nel congresso liberale di Livorno dell'Ottobre dello stesso anno. |
Torno' dunque alla
professione forense e si diede con impegno alla ricerca storica e alla
produzione poetica. Gia' nel 1923 aveva pubblicato La Vita di Bartolomeo
Colleoni.Del 1925 è una sacrilega faida Bergamasca del '500. Seguono
numerose opere poetiche in lingua e in dialetto e decine di pubblicazione
a carattere giuridico, in particolare sul diritto di famiglia e sul diritto
economico. Il 27 Ottobre 1930 viene arrestatyo a Milano con l'accusa di
essere in procinto di pubblicare una rivista letteraria e quindi mandato
al confino a Cava dei Tirreni dove rimarrà circa un anno. Subirà
poi altre perquisizioni nel 1940 viene pubblicata la sua opera piu' importante:
Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, opera che costituisce ancora oggi
quanto di piu' completo e approfondito sia stato prodotto a livello storico
nella nostra provincia considerata epoca in cui è vissuto, Belotti
è storico di vaglia, con visione ampia dei fenomeni storici in tutte
le loro dimensioni: sociali, economiche, culturali, artistiche. Seguirà
nel 1942 Storia di Zogno e di alcune terre vicine dopo la caduta del fascismo
nel Luglio del '43, riprende i contatti con gli uomini del liberalismo
Italiano, ma con gli eventi dell' 8 Settembre è costretto a nascondersi
prima al Patronato di Santa Brigida di Don Bepo Vavassori e poi nella casa
del cappellano della clausura Don Ruggeri. Il 2 Novembre 1943 infine il
Belotti emigra clandestinamente in Svizzera dopo una lunga e faticosa marcia
notturna. Le sue condizioni di salute nel corso dell'esilio vanno via via
peggiorando, finchè muore il 24 Luglio 1944 a Sonvico, presso Lugano.
Dalla poliedrita attività del Belotti emergono molteplici esperti
della sua personalità: gli affetti famigliari, l'attaccamento alla
sua terra, l'ansia di ricerca in campo storico e giuridico, il tormento
dell'improva lotta contro la dittatura, il dramma per le tragiche conseguenze
della guerra che lo coinvolsero in prima persona, la speranza per un nuovo
mondo di libertà e di giustizia, a cui diede il suo grande apporto,
ma che gli fu negato di vedere. E si puo' tranquillamente affermare che
la sua dimensione travarica abbondantemente l'ambito locale. Perchè
Belotti non fu solo uomo della Valle Brembana e insigne Bergamasco, ma
senza dubbio uno dei personaggi piu' rappresentativi dell'Italia del suo
tempo.