Il 4 marzo 2018 l’ex capitano della Fiorentina, Davide Astori, venne rinvenuto senza vita in un albergo di Udine che ospitava la sua squadra prima della gara contro l’Udinese del ventisettesimo turno del campionato di Serie A.
Originario di San Pellegrino Terme, Astori aveva indossato nella sua carriera anche le maglie del Cagliari e della Roma, e faceva parte della Nazionale Italiana. Le indagini avevano individuato come unico imputato il professore Giorgio Galanti, ex direttore di medicina sportiva di Careggi e consulente sportivo della Fiorentina.
La corte di Appello di Firenze ha deciso di confermare la pena inflitta in primo grado il 2 aprile 2021 a Galanti, accogliendo così la richiesta della procura generale. Secondo l’accusa il decesso fu provocato da cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non fu diagnosticata. Galanti rilasciò due certificati di idoneità agonistica al giocatore.
“L’holter Ecg indicato all’interno delle linee guida cocis non è stato eseguito” scrivono i due periti che hanno firmato la terza valutazione del caso, avvenuta a seguito delle affermazioni della difesa, che sosteneva che nessun esame avrebbe potuto indicare la patologia di Astori. “Avrebbe potuto, ma non con alta probabilità (vista la variabilità delle aritmie) identificare aritmie maggiori che, se documentate, avrebbero indirizzato ad ulteriori indagini di terzo livello”.
Per la procura, la negligenza di Galanti durante quell’esame merita una condanna: un anno e sei mesi di reclusione, tenendo conto dello “sconto” del rito abbreviato, e una provvisionale di un milione di euro.
Alle ultime udienze ha sempre partecipato Francesca Fioretti, ex compagna di Astori e mamma della loro bambina. Al termine dell’ultima sentenza la donna ha dichiarato: «Ora mi sento un po’ più leggera. Ringrazio tutti per l’affetto che hanno dimostrato nei confronti di Davide e di tutti noi».
Mercoledì 10 luglio 2024