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Senza medico 3 persone su 10, San Pellegrino scrive alla Procura: situazione inaccettabile

Situazione inaccettabile, lesione dei principi costituzionali per il diritto alle cure. Così definisce il vicesindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi la situazione creatasi nella cittadine e in Valle Brembana, riguardo all’assistenza sanitaria. Dal 12 giugno a San Pellegrino i medici in servizio resteranno due, don il trasferimento di un medico a Bergamo. Milesi ricorda poi la sospensione in tutta la valle del servizio di Guardia medica e il taglio dei servizi all’ospedale di San Giovanni Bianco negli ultimi anni. Milesi scrive al direttore generale di Ats Massimo Giupponi, alla prefettura e alla Procura di Bergamo.

“La situazione di particolare emergenza che si sta determinando sul territorio di questo
Comune in conseguenza del venir meno per circa il 30% della popolazione residente dell’assistenza medica di base garantita dal Medico di Assistenza Primaria che si aggiunge alla già richiamata completa mancanza del servizio di Guardia Medica per l’intera popolazione di San Pellegrino Terme e della Valle Brembana, nonché al taglio operato dall’ASST Papa Giovanni dei servizi previsti come obbligatori per legge presso il Presidio Ospedaliero di base di San Giovanni Bianco da erogare alle popolazioni degli Ambiti Territoriali della Valle Brembana e Valle Imagna-Villa d’Almè, configura una evidente lesione degli stessi principi costituzionali in quanto non risultano garantite ai cittadini cure adeguate ed immediatamente raggiungibili”.
“Superfluo sottolineare la particolare gravità della situazione, soprattutto per la fascia di popolazione anziana e fragile, per cui risulta sempre più difficoltoso e proibitivo ottenere qualsiasi tipo di assistenza medica e sanitaria. Si ribadisce al riguardo che non si ritengono accettabili e sostenibili soluzioni che prevedano la improbabile ricerca di Medici di Assistenza Primaria con ambulatori siti in altri Comuni o il ricorso all’inadeguato servizio dei cosiddetti “Ambulatori diffusi” che per i numeri ulteriori di persone da gestire oltre che per i disagi che derivano alle persone stesse dagli spostamenti, costituiscono e rappresentano, in particolare per anziani e fragili, soltanto l’ennesima beffa e presa in giro. Alla luce della situazione descritta, a tutela del diritto alla salute dei cittadini, si richiedono al Sig. direttore dell’ATS Bergamo interventi rapidi e risolutivi volti al ripristino di servizi degni di questo nome e rispettosi delle vigenti normative”.

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