Sono una novantina – tra cui una decina di bambini, da due mesi a 17 anni – gli ucraini attualmente presenti a San Pellegrino: badanti e familiari della badanti che sono fuggiti dalla guerra, quindi una trentina di profughi alloggiati all’albergo Papa, a inizio paese, in attesa che la prefettura di Bergamo trovi loro una diversa sistemazione.
Dallo scoppio della guerra la comunità di San Pellgrino, in particolare un gruppo di una ventina di volontari, si è impegnato per la raccolta di viveri, indumenti e medicinali. Materiale che, grazie alla conoscenza con un’ucraina in paese, è stato inviato a Sumy, a 30 chilometri dal confine russo. Poi nella cittadina termale sono arrivati i primi profughi, accolti nelle stesse abitazioni in cui si trovavano le badanti. Alcuni, invece, accolti in altre abitazioni messe a disposizione dai sanpellegrinesi. L’impegno è quindi stato rivolto ai profughi in paese, con il supporto del gruppo missionario e del Banco alimentare di Bergamo.
Ora si stanno raccogliendo abiti maschili, da destinare ai soldati dell’esercito ucraino. A San Pellegrino, infatti, è ospitata una famiglia di un ufficiale dell’esercito ucraino che, in comunicazione con i parenti, ha chiesto vestiti per i propri soldati.
Sabato 23 aprile, alle 14,30, nella chiesa di San Nicola a Piazzo, sarà celebrata la Pasqua in rito greco-bizantino, per tutti i profughi ucraini della Valle Brembana. La celebrazione sarà presieduta da padre Vasil Marchuk, prete ucraino da anni a Bergamo. “Sarà un momento di condivisione per tutti i profughi ucraini a San Pellegrino – spiega la volontaria Vera Canova -. Finora si sono incontrati al parco del paese, ma la celebrazione pasquale sarà sicuramente emozionante per tutti”.
Giovedì 21 aprile 2022