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Nuova legge sulla montagna. Mazzoleni: “Gli incentivi? Serviranno a poco”

Agevolazioni fiscali (e di carriera) per i medici e gli insegnanti che decidono di lavorare in montagna. Sempre agevolazioni (in termini di credito di imposta) anche a imprenditori agricoli e forestali. E poi per gli under 41, detrazioni sulle tasse per i mutui aperti per l’acquisto della casa in montagna.

Sono alcune delle previsioni del disegno di legge (che quindi dovrà essere approvato dal Parlamento prima di diventare operativo) approvato dal Consiglio dei ministri giovedì 10 marzo. Un disegno che, nelle intenzioni, dovrebbe ridisegnare gli aiuti alla montagna per contrastarne lo spopolamento. Diciannove articoli che illustrano tutti gli incentivi con un budget di 100 milioni per il 2022 e di 200 milioni di euro dal 2023.

Ma le previsioni in realtà non hanno trovato d’accordo sia il vicepresidente lombardo dell’Unione nazionale Comunità ed enti montani (Uncem) Alberto Mazzoleni (già presidente della Comunità montana Val Brembana), sia l’attuale presidente comunitario brembano Jonathan Lobati.

“Alcuni esempi – dice Mazzoleni -. Per un giovane che decide di comprare casa in montagna c’è un aiuto al massimo di 1.500 euro, quale detrazione dagli interessi del mutuo. Può essere un incentivo valido per venire ad abitare in un paesino di montagna? Per un medico, che magari percepisce 70-80 mila euro l’anno, può essere un incentivo valido un extra di 2.500 euro l’anno? Penso di no. Una reale defiscalizzazione avrebbe potuto rappresentare una svolta per la montagna: abiti in montagna, per dieci anni non paghi le tasse”. “I soldi stanziati – aggiunge Lobati – sono una goccia nel mare di problemi che abbiamo”. “Resta di positivo l’attenzione del Governo alla montagna – continua Mazzoleni – che quindi considera un problema da risolvere. Sarà fondamentale, quando il disegno arriverà in Parlamento, apportare significativi miglioramenti”.

Venerdì 11 marzo 2022

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