Sono trascorsi 45 anni da quella notte, tra l’11 e il 12 gennaio 1977. Una notte terribile per Foppolo, forse la più tragica di sempre. Una valanga, la Valanga che ancora oggi viene ricordata, a quasi mezzo secolo. Perché ancora tanti sono i testimoni di quella terribile notte, perché i superstiti, usciti vivi dalle case travolte dalla neve, ricordano e raccontano.
Tra i superstiti dalla valanga che si staccò dal monte Arete, c’è Fulvio Berera, allora aveva 24 anni, oggi è ristoratore al K2: “Mi tornano alla mente la neve che rompe le finestre ed entra in camera, le persone che gridano aiuto, i corpi morti che ho liberato dalla neve, il terrore di quei momenti”, racconta quando il pensiero va a quei giorni. Fu lui a portare al resto del paese la notizia della valanga e delle vittime.
Era la notte dell’11 gennaio: si arrivava da giorni interi di nevicata. La neve era farinosa. La gente era preoccupata. All’1,40 di notte il distacco dell’enorme massa dal monte Arete. Che a 350 chilometri orari investì case, condimini, la chiesa. Il condominio Brembo fu sventrato, qui si contarono cinque vittime. Altri tre morti in altre abitazioni. Persero la vita Maria Bianconi, 79 anni, con la nipotina Agostina, 7 anni, Valentino Lazzaroni, 32 anni, Antonietta Paganoni, 66 anni, con la figlia Gianna Monaci, 22 anni, Fabrizio Berera, 12 anni e i coniugi Antonio Paganoni, 57 anni, e Cordelia Bonandrini, 61 anni.
Saranno ricordate nella celebrazione di mercoledì 12 gennaio, alle 20, nella chiesa parrocchiale di Foppolo. Un ricordo di quella tragedia arriverà anche dal Comune.
Sergio Sonzogni
Martedì 11 gennaio 2022