L’abitato di Foppolo e le frazioni Cambrembo e San Simone di Valleve sono isolate da ieri mattina ed almeno fino a stasera per la chiusura della provinciale che dal distributore di benzina a Valleve sale fino a Foppolo: troppo alto il rischio di valanghe, che resta fissato a livello 4 su una scala di 5. La decisione della Provincia è arrivata ieri a seguito del sopralluogo da parte del nivologo Federico Rota.
Oltre alla possibilità più che concreta del distacco di valanghe, preoccupano anche i tanti alberi sovraccarichi di neve, alcuni dei quali sono già caduti sulla provinciale. L’accumulo complessivo di neve in questi giorni ha ormai raggiunto i due metri: nei paesi più in alto si cerca di spostare la neve dalla strada ai lati, ma ormai gli spazi utilizzabili sono diventati esigui. Le previsioni confermano ancora per oggi nevicate, anche se meno intense, anche dai 600 metri.
Ma il manto nevoso non è stato l’unico problema di ieri: un cavo dell’alta tensione è caduto, sotto il peso della neve, proprio nel centro di Branzi, all’altezza del piazzale del monumento ai Caduti. Il blackout elettrico per la zona è durato fino a mezzogiorno, quando l’energia elettrica è tornata grazie a un collegamento di fortuna. Con un gruppo elettrogeno, invece, si è potuto ridare energia anche alla parte alta di Branzi, nel primo pomeriggio. L’Enel, sempre ieri, in attesa di ripristinare la rete elettrica rimuovendo gli alberi abbattutisi sui cavi, ha messo in funzione gruppi elettrogeni nella frazione di San Simone e a Cambrembo di Valleve, rimasti isolati dalla notte tra lunedì e martedì scorsi.
A causa delle difficili condizioni di percorribilità della provinciale tra Cambrembo e Foppolo, invece, non è stato possibile portare i gruppi elettrogeni Enel nella stazione sciistica dell’alta Val Brembana, rimasta senza corrente elettrica e telefonia fissa dalla mattina di ieri fino alle 15 circa, quando i tecnici Enel hanno terminato il ripristino della rete elettrica.
Come si può notare, i disagi sono numerosi, soprattutto per l’improvvisa concentrazione di fenomeni nevosi non completamente previsti, ma nulla di paragonabile alle nevicate del 2009, quando Foppolo venne coperta da sei metri di neve e otto a Carona, oppure a quella record del 1951 quando a Foppolo (Quarta Baita) la neve raggiunse un accumulo di ben 13 metri.