Da ieri si parla del processo Astori e della sentenza che ha condannato ad un anno di reclusione (pena sospesa) il professor Giorgio Galanti, ex responsabile sanitario della Fiorentina.
La condanna evidenzia che il capitano originario di San Pellegrino Terme, poteva essere salvato.
Nel giorno della verità c’è una domanda che pesa come un macigno: perchè le aritmie sempre più frequenti nei vari test sotto sforzo non hanno fatto scattare il campanello d’allarme? Esami approfonditi e più accurati avrebbero evidenziato questo nemico silenzioso. Risonanze magnetiche, holter avrebbero permesso ai dottori di scoprire che Davide era a rischio ed andava fermato, che soffriva di una cardiomiopatia aritmogena biventricolare.
Il capitano della Fiorentina è stato trovato senza vita a 31 anni il 4 marzo 2018 nella sua stanza di un hotel ad Udine, dove era in ritiro con la squadra prima della partita con l’Udinese. Dopo 3 anni di indagini la sentenza ha trovato un colpevole, il medico sportivo ex direttore del Centro di medicina dello sport dell’azienda universitaria di Careggi, accusato di omicidio colposo per due certificati di idoneità rilasciati al giocatore, secondo i consulenti della procura i risultati delle prove da sforzo a cui era stato sottoposto Astori sette mesi prima della sua morte avrebbero dovuto suggerire ulteriori accertamenti che avrebbero fatto scoprire l’aritmia di cui soffriva il calciatore. Alla consulenza di Padova ha risposto quella della difesa del professor Galanti, che ribalta le conclusioni dell’accusa e stabilisce che nessun esame avrebbe potuto indicare quel male del cuore del calciatore, che mai aveva avuto sintomi. Per questo, il giudice ha disposto una terza perizia, nel corso del procedimento con il rito abbreviato a cui ha deciso di aderire l’imputato, accusato di omicidio colposo.
A firmare la terza perizia, un cardiologo e un medico legale di Torino, il professor Fiorenzo Gaita e il dottor Gianluca Bruno. “L’holter Ecg indicato all’interno delle linee guida cocis non e’ stato eseguito – scrivono i due periti -. Avrebbe potuto, ma non con alta probabilita’ (vista la variabilita’ delle aritmie) identificare aritmie maggiori che, se documentate, avrebbero indirizzato ad ulteriori indagini di terzo livello”. Per quanto riguarda le possibilità di evitare il decesso dell’atleta, sarebbe stato necessario il pronto intervento di un defibrillatore. Ma la morte di Astori avvenne nel sonno, mentre si trovava da solo nella camera d’albergo. Per la procura, la negligenza di Galanti durante quell’esame merita una condanna: un anno e sei mesi la richiesta del pm Antonino Nastasi, tenendo conto anche dello ‘sconto’ previsto dal rito abbreviato. Alle ultime udienze ha sempre partecipato Francesca Fioretti, ex compagna di Astori e mamma della loro figlia Vittoria.
Il professor Galanti dovrà inoltre pagare un milione di euro di provvisionali a favore di Francesca Fioretti, compagna del calciatore, della figlia Vittoria, dei genitori e dei fratelli del giocatore.
L’avvocato della difesa Sigfrido Fenyes anticipa che dopo aver letto le motivazioni impugneranno la sentenza.
Martedì, 4 Maggio 2021