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Camerata Cornello, addio all’ex sindaco Curnis: le opere e l’aggressione del 1972

Si è spento nella giornata di giovedì 27 giugno l’ex sindaco (dal 1970 al 1980) di Camerata Cornello Gervasio Curnis. I funerali saranno celebrati sabato 29 giugno alle 10, nella parrocchiale di Camerata.

Nel 1970 divenne sindaco dopo che, pur avendo perso le elezioni, un consigliere dell’allora maggioranza della Democrazia Cristiana passò nelle fila del gruppo di Curnis. La sua amministrazione fu la prima di orientamento di Sinistra in Valle Brembana. Durante i suoi mandati le frazioni vennero collegate al capoluogo con una strada, venne realizzata l’area industriale di Pradinarco con il Comune di San Giovanni Bianco, reintrodusse la fiera zootecnica, realizzò scuole e municipio, avviò un programma di edilizia popolare in via Fondo Piazza, iniziò il recupero del borgo di Cornello.

L’AGGRESSIONE DEL 1972

Curnis fu protagonista nel 1972 – aveva 28 anni – di un’aggressione raccontata così dal quotidiano L’Unità del 12 agosto 1972: “Il sindaco di Camerata Cornello, compagno Gervasio Curnis, è stato selvaggiamente aggredito questa notte da uno o più criminali che gli hanno teso un agguato mentre si stava avviando verso casa dopo aver partecipato ad una riunione in Comune. Gervasio Curnis ha riportato gravi ferite provocate da diversi colpi, tutti alla testa, dati probabilmente con una spranga di ferro. Lo stile dell’attentato non lascia dubbi sulla sua origine fascista e ben si inserisce nel quadro di pesanti provocazioni antioperaie tentate in questi ultimi mesi nel Bergamasco. Il fatto è stato compiuto poco prima delle 2 mentre il compagno Curnis, terminata un’affollata riunione per mettere a punto i particolari della tradizionale festa dell’estate che si svolgerà lunedì e martedì a Camerata Cornello, si avviava verso casa. Lasciata la macchina nello spazio antistante la Marmi Cadei, aveva iniziato a percorrere il sentiero che porta alla sua casa; appena all’uscita del sottopassaggio della ferrovia, la sua torcia elettrica gli faceva illuminare un oggetto metallico e vedere un’ombra che si avventava su di lui tentando di colpirlo alla nuca. Il primo colpo però gli giungeva a lato del capo facendolo stramazzare; altri due colpi devono essergli stati inferti successivamente. L’aggressore si allontanava lasciandolo a terra in una pozza di sangue. Le tracce di sangue indicano che dopo qualche tempo il Curnis è riuscito a sollevarsi e a tornare sulla strada dove poi è stato soccorso da un automobilista. Il compagno Curnis è ora ricoverato, per ferite lacero-contuse al capo e trauma cranico, all’ospedale di San Giovanni Bianco”.

Anche L’Eco di Bergamo del 12 agosto 1972 riporta la notizia della selvaggia aggressione al sindaco e un comunicato della segreteria del Pci: “La matrice fascista dell’attentato non è dubbia; l’aggressore ha voluto colpire un valente amministratore”. Il comunicato si conclude chiedendo che ogni azione venga compiuta per giungere alla identificazione.

“La sera dopo l’aggressione – ricorda Tarcisio Bottani nel suo libro su Camerata Cornello – la gente del paese organizzò una manifestazione spontanea di solidarietà verso il suo sindaco, a cui partecipò una folla. Quasi un anno dopo, il 23 marzo 1973, il pretore di Zogno denunciò 4 persone ritenute organizzatrici della manifestazione “per aver promosso una riunione in luogo pubblico senza darne preventivamente il prescritto avviso all’autorità di pubblica sicurezza”. Gli imputati erano il segretario della Camera del Lavoro di Bergamo Giuseppe Voltolini, il vice-sindaco di Camerata Giacomo Boffelli, l’assessore Angelo Belotti e il dirigente del locale circolo Arci Gianfranco Lazzarini. I quattro in seguito furono prosciolti da ogni imputazione perché la manifestazione venne giudicata spontanea”.

Mai si seppe dell’identità dell’aggressore.

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