Il 18 giugno scorso sono arrivati anche i carabinieri per sedare gli animi agitati nell’ex colonia ambrosiana, a Sottochiesa di Taleggio (a pochi metri dal municipio). Qui, da inizio maggio, vengono ospitati diversi migranti – gruppi che sono cambiati piĆ¹ volte – fino a toccare quota 95. Ora sono una settantina, in prevalenza bengalesi (Bangladesh) ed egiziani, sia donne sia uomini.
Il sindaco di Taleggio, Gianluca Arnoldi, nei giorni scorsi ha scritto alla Prefettura, facendosi portavoce delle preoccupazioni della cittadinanza: nella lettera riferisce dell’episodio del 18 giugno, quando “c’ĆØ stata una ribellione a causa della scarsitĆ e del tipo di cibo somministrato. Sono arrivate due pattuglie dei carabinieri“. Ancora il sindaco riferisce di alcuni migranti che avrebbero bussato alle porte di alcuni residenti, chiedendo cibo e calzature. Quindi della presenza di etnie, religioni, stili di vita diversi che spesso “creano incomprensione”.
Inizialmente, nell’ex colonia erano arrivate solo donne e bambini (Africani francofoni), poi gli uomini. Che avrebbero creato anche tensione sociale. “Oggi la situazione si ĆØ un po’ tranquillizzata – dice Arnoldi-. Siamo disponibili all’accoglienza ma di donne e bambini. La struttura puĆ² ospitare una cinquantina di persone, non di piĆ¹”. A gestirla ĆØ una cooperativa della provincia di Vercelli. Che assicura come “si tratta in prevalenza di giovani bengalesi, tranquilli, che attendono solo di poter lavorare. Abbiamo cercato subito la collaborazione con la popolazione – dice il presidente – ma un po’ di allarme sociale c’ĆØ stato. I migranti in arrivo, comunque, non sono pericolosi. Vengono per cercare la loro strada e lavorare”. Rassicurazioni arrivano anche dalla vice prefetto di Bergamo, Iole Galasso, che ribadisce l’impegno per far arrivare a Taleggio solo donne e bambini. Le destinazioni dei migranti dipendono perĆ² dalla prefettura di Milano.
“ORA SONO TRANQUILLI, C’E’ CHI PULISCE LE SCALE DELLA CHIESA“
“C’ĆØ stato un episodio di tensione – dice un residente vicino alla colonia – ma poi non ci sono stati piĆ¹ problemi. Molti di loro vorrebbero anche lavorare, ma non possono farlo finchĆ© non sono trascorsi 60 giorni dalla registrazione. Ci vorrebbero aiutare in qualche lavoro, ma non sono assicurati. Se succede qualcosa sono guai per noi e per loro”. Che alcuni di loro si diano da fare lo dice anche il sindaco: “C’ĆØ chi pulisce le scale che portano alla chiesa, li lasciamo fare”. Diversamente passeggiano per il paese, si fermano sulle panchine.
ALCUNI DI LORO: QUI TUTTO IL GIORNO, NON SAPPIAMO COSA FARE
Abbiamo parlato (tramite traduttori telefonici, non parlano inglese o italiano) con alcuni di loro: “Siamo qui tutto il giorno, non sappiamo cosa fare. Non possiamo ancora lavorare”, dice uno. “Sono scappato dal Bangladesh e tramite la Libia sono arrivato poi in barca fino in Sicilia”. “Sono venuto per chiedere asilo politico”, un altro. Fuori dalla colonia ragazzi di 20 anni o poco piĆ¹. La maggior parte con smartphone, che serve loro anche per comunicare tramite traduttori online. A Sottochiesa (un centinaio di abitanti), in un pomeriggio d’estate, solo qualche anziano in giro. I migranti piĆ¹ dei residenti. Dalla prefettura ancora l’impegno: “Ora sono una settantina – dicono – ma cercheremo di ridurre ancora il numero”.
Sabato 8 luglio 2023