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Nella bergamasca la nuova ondata di CoViD colpisce di più i ragazzini

Impossibile dimenticare la “prima ondata” del coronavirus nella bergamasca, dove gli anziani morivano a decine ogni giorno ed i cimiteri non riuscivano a tenere il passo con il ritmo della mortalità. Le immagini delle colonne di automezzi militari carichi di bare destinate agli inceneritori hanno fatto il giro del mondo e sono diventate un simbolo di Bergamo, terra martire del CoViD.

Nella scorsa primavera, ogni mille bergamaschi, solo i bambini ed i giovani erano appena sfiorati dal contagio, mentre se ne contavano 14,5 tra i 50 ed i 54 anni, 18,6 tra i 55 e i 59, 20,8 tra i 60 ed i 69, 26,7 tra i 70 e i 74, 33,5 tra i 75 ed i 79, 39,6 tra 80 e 84 e ben 48,4 per gli over 85 anni. Ciò significa che da febbraio a settembre sono stati 1586 quelli contagiati dal Sars-CoV-2, sui 33 mila bergamaschi ultra ottantacinquenni.

La seconda ondata del virus, iniziata a settembre, nella bergamasca ha mostrato caratteristiche assolutamente diverse, in termini di numeri assoluti ma anche nell’identikit di chi ne è stato colpito. Infatti l’incidenza è stata di 15,4 casi ogni mille abitanti, con un’età media ridotta di un terzo: 62 anni nella prima ondata, rappresentata da circa 15400 casi, e 43 anni nella seconda, con un numero di contagi intorno ai 13800.

Questa seconda fase nella bergamasca ha colpito di più la fascia tra i 10 ed i 14 anni, l’età della socialità, delle interazioni, del contatto, in quella categoria di ragazzini che frequentano le scuole medie o la prima superiore.

Ogni mille di loro, una quindicina sono stati contagiati, un numero più alto rispetto ai ragazzi tra i 15 e i 19 anni, per il cui rientro a scuola è tuttora in corso un aspro dibattito, e nettamente superiore anche rispetto agli anziani.

Si deve al Servizio epidemiologico aziendale dell’ATS di Bergamo questo flash sull’elevata circolazione del Sars-CoV-2 tra la popolazione in età scolare, quale dettaglio di una più ampia fotografia che analizza e mette a confronto l’andamento in termini di «bersaglio anagrafico» delle due ondate.

Attualmente la fascia d’età tra i 10 ed i 14 anni è quella che nella bergamasca presenta l’incidenza maggiore: in valore assoluto: 902 infezioni sui circa 58 mila coetanei contro gli appena 51 della prima ondata.

L’incidenza tende ad abbassarsi nelle altre classi d’età: 12,5 ogni mille tra i 15 e i 19 anni e 12,8 tra i 20 e i 24 anni. Valori quasi omogenei si osservano dai 25 ai 50 anni, prima che la curva assuma una traiettoria di discesa, l’esatto contrario di quanto accaduto nella prima ondata: ora l’incidenza più bassa è tra i 65 e i 69 anni, con 8,5 casi ogni mille, e anche tra gli over 85 non supera l’11, praticamente un quinto rispetto alla scorsa primavera.

Bergamo, 14 gennaio 2021

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