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Lombardia zona gialla: meglio non abbassare la guardia

Sabato, 13 febbraio 2021

Nella relazione settimanale dell’Istituto superiore di Sanità la Lombardia ottiene, insieme con altre otto regioni, una classificazione complessiva del rischio definita «bassa»: l’indice Rt puntuale della Lombardia si attesta a 0,97, di poco inferiore alla quota 1 oltre la quale si tornerebbe in zona arancione. Un dato considerato positivo da Attilio Fontana, presidente della Lombardia, che commenta: «Una buona notizia per tutti, che deve spingere a guardare con fiducia al futuro, ma anche ad agire con grande senso di responsabilità per evitare che ogni sforzo venga vanificato».

Secondo la vicepresidente Letizia Moratti, infatti, «la guerra al Covid non è finita. Non dobbiamo abbassare la guardia ed anzi è questo il momento per prestare la massima attenzione, evitando ogni comportamento a rischio e continuando ad usare i consueti accorgimenti come la mascherina, il distanziamento sociale e la frequente igiene delle mani».

Resta il fatto che la Lombardia si trovi in zona gialla per la terza volta consecutiva dallo scorso 1 febbraio ed in questa condizione più rassicurante debba affrontare i molti problemi ancora aperti, dalla gestione del coprifuoco alla riapertura di palestre e piscine, dall’estensione fino alle 22 degli orari di apertura di bar e ristoranti alla richiesta da parte di Fontana di un nuovo sistema di classificazione delle Regioni, non basato su semplici automatismi e parametri spesso contestati, ma in grado di dare maggiori certezze alle famiglie e alle imprese.

Concentrando l’attenzione sulla bergamasca, si rileva qualche segno di peggioramento nella settimana dal 1 al 7 febbraio, secondo il Servizio Epidemiologico Aziendale ATS Bergamo, che ha illustrato la situazione ieri durante la call tra l’Ats di Bergamo e i sindaci del territorio: infatti il segno «+» accompagna tutte le principali bussole epidemiologiche, che comprendono i casi totali della settimana, la media giornaliera (131), il tasso di positività tra nuovi positivi e test eseguiti (5%), l’incidenza (rapporto tra nuovi casi e popolazione residente), balzata a 80 nuove infezioni alla settimana ogni 100 mila abitanti.

Basandosi sui valori dell’incidenza, il dettaglio territoriale rivela che le zone della provincia più in crescita riguardano l’ambito di Romano di Lombardia, nell’Isola, nel Basso Sebino, in Val Cavallina, in quello di Grumello ed in quello di Dalmine; in Val Brembana e nell’area tra Villa d’Almè e la Valle Imagna si registrano invece i valori più contenuti.

Anche la pressione ospedaliera mostra un innalzamento, con 187 ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali bergamaschi (contro i 178 della settimana precedente), mentre sono 10 i pazienti curati nelle terapie intensive (dove, secondo l’Ats, è stato al contrario registrato un calo).

Provengono in discreto numero da fuori provincia (47 su 187, pari al 25%) i pazienti ricoverati nei reparti ordinari, con un’età media di 67 anni, mentre giungono in rianimazione da fuori Bergamo sei pazienti su dieci, con un’età media più bassa.

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