Sta passando sempre più spesso il concetto che la politica sia «una cosa sporca», capace di contaminare la società, l’economia, la convivenza nazionale, ma anche in grado di insinuarsi nelle Amministrazioni Comunali e condizionare ogni iniziativa, anche quando l’oggetto è solo il bene della comunità locale ed il suo sviluppo futuro.
La crescente diffidenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni, vissute generalmente estranee se non conflittuali ma comunque lontane dai bisogni concreti della popolazione, ha determinato un clima di sfiducia e di disaffezione diffusa, che ha finito per demotivare anche chi presterebbe volentieri la propria opera per sincero e onesto senso della comunità.
Un forte disincentivo è rappresentato dalla farraginosa normativa che attualmente pone a carico dei sindaci e dei loro collaboratori una serie di pesanti incombenze che nulla hanno a che fare con l’attività amministrativa ma che distolgono tempo e risorse nell’esecuzione obbligatoria di compiti che sono tipici di altri soggetti dello Stato e per i quali sono previste pesanti responsabilità e rischi di natura anche penale.
A queste già pesanti problematiche si deve anche aggiungere la scarsa entità dei compensi, che nelle piccole realtà non copre neppure le spese personali per raggiungere il luogo di lavoro, ed è così facilmente spiegata la risposta che si sta rivelando sempre più contenuta alla chiamata a presentare la propria candidatura alle elezioni amministrative.
In 38 Comuni bergamaschi le urne saranno aperte tra domenica 3 a lunedì 4 ottobre, due in meno rispetto alle scorse elezioni del 2016: mancano infatti Almè e Fornovo San Giovanni, mentre si è aggiunto Albano Sant’Alessandro. Il numero complessivo dei candidati è passato dai cento delle precedenti elezioni ai 60 di quelle imminenti, e questo soprattutto per il trend negativo che si verifica nei piccoli centri.
Sebbene ci si possa fidare sempre relativamente delle previsioni, sono due i Comuni dove il sindaco potrebbe essere determinato solo dopo un ballottaggio, Treviglio e Caravaggio, ed al contrario vi sono realtà dove a concorrere sarà una sola lista, vittoriosa matematicamente, come ad Adrara San Rocco, Calcinate, Gromo, Valnegra e Vilminore di Scalve, a cui si aggiungono altri cinque o sei Comuni tra i quali Filago, dove per ora l’unico candidato sindaco è l’uscente Daniele Medici.
Anche a San Pellegrino l’esito delle elezioni appare già scontato: al primo cittadino uscente Vittorio Milesi, non più candidabile in forza di legge dopo quattro mandati, succederà Fausto Galizzi, che godrà dell’appoggio dell’intera squadra dell’attuale sindaco, composta anche da tanti giovani disposti ad impegnarsi e con un grande senso delle istituzioni.
Negli altri comuni il sindaco, soprattutto nella Bassa, uscirà da una sfida fra quattro o cinque candidati mentre in altri alcune liste stanno cercando faticosamente di trovare nominativi prima che i giochi vengano inesorabilmente chiusi a mezzogiorno del prossimo 4 settembre. Sarà questo il primo passo per iniziare a cambiare in meglio le istituzioni nazionali, la politica ed i partiti? Di certo non si può che iniziare dal territorio, dove i problemi sono concreti, vitali e normalmente urgenti.
Mercoledì, 25 agosto 2021