Domenica, 7 febbraio 2021
Non ci sono psicosi collettive ipocondriache né pandemie che tengano: privare troppo a lungo delle libertà, o di quelle che vengono ritenute tali, produce effetti prevedibili alla prima apertura di uno spiraglio, e definire come “gialla” una zona paralizzata per molto tempo significa dare un segnale di recupero di una quasi normalità ed un implicito invito a sfruttare fino al limite le possibilità offerte dall’allentamento dei divieti. Sono soprattutto i giovani a sentire l’esigenza di riprendersi spazi ed abitudini, con l’entusiasmo di chi ama fuori misura la socialità e non detesta le resse.
E di giovani erano traboccanti ieri alcuni dei luoghi cittadini preferiti, con la conseguenza che, ad esempio, la Polizia Locale ha dovuto chiudere a tratti e per gran parte del pomeriggio alcuni percorsi, istituendo il senso unico alternato in via XX Settembre con parte del centro e via Corsarola in Città Alta.
Anche dal punto di vista del traffico è stato un pomeriggio di caos, con code che hanno costretto la Polizia Locale a chiudere intorno alle 16 il tratto dalla Rotonda dei Mille verso via Piccinini-via Borfuro, sebbene, in realtà, Bergamo fosse già molto frequentata fin dall’ora di pranzo: ieri, infatti, era il primo sabato di riapertura per i ristoranti che in molti casi hanno registrato il tutto esaurito, con clienti già prenotati da lunedì scorso, primo giorno di zona gialla in Lombardia.
Così conclude Gabriella Messina, comandante della polizia locale: «Abbiamo cercato di essere flessibili, aprendo e chiudendo le zone più a rischio a seconda delle necessità. Non abbiamo elevato sanzioni ma ci siamo concentrati a far rispettare il distanziamento, anche nelle code all’esterno dei negozi e a disperdere gli assembramenti. Devo anche dire che i commercianti sono collaborativi e questo ci permette di non arrivare a livelli di non ritorno. Quello che chiedo alla cittadinanza è ancora più senso civico e responsabilità per evitare che la città diventi così affollata».