Impossibile restare indifferenti davanti a certe immagini: donne e bambini nella calca in cerca di una via di fuga da Kabul, la salvezza da un ritorno alla barbarie già preannunciato ma non per questo meno sconvolgente.
Il mondo civile, con tutte le sue remore, le sue regole umanitarie, i suoi principi morali ed etici, non potrà mai liberarsi di chi queste remore non le ha mai avute, di chi esercita la violenza più bestiale non rispettando alcuna regola, non provando alcuna pietà neppure per un bimbo in lacrime o una donna maltrattata.
«Di fronte alla tragedia dell’Afghanistan siamo in tanti, sindaci di città italiane, a voler dare sin d’ora disponibilità all’accoglienza dei rifugiati. Se c’è una residua possibilità di riscatto dell’Occidente, è nell’abbraccio delle nostre comunità a chi fugge dal terrore»: con questa premessa Giorgio Gori, sindaco del capoluogo orobico, ha rinnovato la disponibilità dei bergamaschi ad accogliere i veri profughi che restando in Afghanistan rischierebbero la vita per mano dei talebani.
In concreto circa venti famiglie afghane, dopo aver completato la prevista quarantena nei centri militari appositamente istituiti, verranno ospitate negli stessi appartamenti che in questi anni, grazie al “piano Sprar”, erano stati messi a disposizione dei richiedenti asilo.
La Caritas cittadina si è già dichiarata disposta a fare la propria parte, seguita da numerose associazioni e cooperative locali già impegnate sul territorio nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Non si possono escludere purtroppo infiltrazioni del terrorismo talebano nella massa di profughi in fuga dal territorio afghano e per evitare il più possibile questo rischio l’attenzione delle autorità competenti dev’essere massima.
Lunedì, 23 agosto 2021