Chi vive dall’interno i problemi della scuola ed ora, oggi e non dopodomani, ha bisogno di sapere quale sarà il futuro di questo importante settore della vita italiana è praticamente concorde: «Servono più certezze, si stanno pagando le conseguenze di uno scontro tutto politico tra Regioni e Stato e tra i partiti ed i loro leader».
A Bergamo ieri mattina durante l’ultima riunione del “tavolo permanente” presso la Prefettura sono stati messi a punto i dettagli per un eventuale ritorno in classe: si è trattato di aggiornare il documento operativo, già preparato nei mesi scorsi e calcolato sul 75% di presenze in aula e sui mezzi pubblici, adattandolo al 50% previsto nelle ultime indicazioni del governo. Come sottolinea Patrizia Graziani, dirigente scolastica provinciale, «è il quinto o sesto modello organizzativo messo a punto negli ultimi mesi».
Se le scuole superiori, sulla base dell’indice regionale Rt, dovessero riaprire con il 50% degli studenti presenti in classe non ci dovrebbero essere problemi di affollamento sui mezzi pubblici, che saranno potenziati del 30% (100 corse urbane e 348 intraurbane in più rispetto a settembre, che sono rispettivamente 297 e 988 in più del settembre 2019) e nemmeno nella programmazione degli ingressi degli studenti, che sarebbero scaglionati in due fasce per l’arrivo al mattino e sei per le uscite.
Questo grazie anche alla collaborazione delle imprese che si occupano di turismo. «È un ottimo risultato — rileva la dirigente scolastica Graziani – siamo l’unica provincia in Lombardia da avere svolto questo lavoro in sinergia. Così come eravamo stati gli unici in settembre ad adottare il doppio ingresso. Credo che in questo modo saranno risolte tutte le criticità che erano emerse nel primo mese di lezioni».