Sono passati molti anni eppure lo ricordo come fosse ieri: il mio primo giorno di scuola della “quarta ginnasio” che a quel tempo segnava il passaggio, con la successiva quinta, tra le scuole medie inferiori ed il Liceo Classico vero e proprio.
Il “Paolo Sarpi”, un po’ per la sua imponente struttura architettonica, un po’ per la preparazione dei suoi docenti, un po’ per la collocazione “aristocratica” in Città Alta, rappresentava un certo “status symbol” del quale gli studenti a quel tempo sembravano spocchiosamente consapevoli, nessuno escluso.
L’impostazione didattica era maledettamente seria, non lasciava tregua, neppure dal punto di vista comportamentale, quasi come in un college britannico del 1400, ma l’obiettivo era assicurare a ciascun discepolo, al termine degli studi, un ampio ventaglio di possibilità nei percorsi universitari o nel mondo delle professioni e del lavoro.
Temo che non sia rimasto ormai molto di quei tempi, non solo nella scuola ma in ogni contesto si sono distrutte regole che hanno garantito un costante progresso all’ombra di principi fondamentali da tempo ridimensionati, si è sistematicamente demolito il tessuto di valori ed il rispetto dei ruoli che erano alla base della civile convivenza ed i risultati sono ormai drammaticamente evidenti.
Ma per chi ha salito da adolescente quelle scale monumentali, ha percorso quelle ampie vetrate, ha sentito risuonare la voce dei docenti in quelle austere aule, il ricordo di quella stagione rimane indelebile, in grado di sviluppare lo stesso sentimento di appartenenza che lega gli Alpini fra loro, i Bersaglieri, i Paracadutisti, gli Avieri, i Lagunari, i Marinai.
Così mi riempie di orgoglio apprendere che, dopo l’indirizzo Biomedico, al Sarpi sta per entrare tra pochi giorni, il 9 ottobre, anche quello Giuridico destinato agli studenti del terzo e quarto anno: saranno avvocati e magistrati a tenere le lezioni. Quella inaugurale verrà affidata sabato all’avvocato Rino Gibilaro.
Questo nuovo indirizzo di studi consentirà agli studenti intenzionati ad iscriversi, dopo il diploma, a facoltà nell’ambito giuridico o delle scienze politiche (quest’anno oltre il 32% del totale), di acquisire più consapevolezza in merito al percorso universitario che li aspetta oltre a solide basi di partenza.
Lezioni che si terranno al sabato, dopo le lezioni ordinarie, a cura di un magistrato e di avvocati individuati dal consiglio dell’ordine di Bergamo, avranno ad oggetto il diritto Civile, quello Penale, quello Internazionale e marginalmente quello Costituzionale. Per finire, elementi di economia politica verranno trattati solo il quarto anno.
Enrico Scarpellini
Mercoledì, 6 ottobre 2021