Ormai è considerato tra i più importanti allevatori italiani di uccelli ibridi. E tra i primi al mondo. Mario Manzoni, 71 anni, ex cacciatore di San Pellegrino, al 55° campionato italiano di ornitologia disputatosi a Montichiari (Brescia) dal 20 al 22 dicembre, si è aggiudicato due medaglie d’oro, appunto nella categoria ibridi.
Si conferma campione italiano, come lo era stato lo scorso anno e nel 2022 – sempre per gli ibridi – a Lanciano (Chieti) e Montepulciano. E sempre nel 2022, a Napoli, si era classificato terzo al campionato mondiale.
Cosa significa ibridi? Manzoni, ex piccolo imprenditore nel settore dell’elettronica, alleva uccelli dal 1980 (dopo un passato da cacciatore). Oggi ne ha circa 100 che nascono nel suo allevamento a Pregalleno di San Pellegrino, tutti con una sorta di carta d’identità. Condizione necessaria per partecipare ai campionati. E lui è sicuramente tra i campioni degli ibridi, ovvero degli incroci. “Attività difficilissima – racconta – perché incrociare specie diverse porta a difficoltà di sopravvivenza. Gli allevatori che si cimentano in questo sono pochi, proprio per la difficoltà che ne deriva”.
Manzoni ha vinto due titoli a Brescia con due diversi incroci: nel singolo con un incrocio tra un cardellino mutato e una ciuffolotta e poi a “squadra”, con quattro esemplari sorelle. In gara a Montichiari circa 13mila esemplari in decine di categorie.
Manzoni a volte arriva a fare incroci che diventano quasi esemplari unici al mondo, come l’ibrido nato da un Verzellino e una Verdona, vincitore cinque anni fa anni fa ai campionati di Bari.
Il criterio per decretare il miglior soggetto? “L’ibrido deve avere il 50% delle caratteristiche della madre e il 50% dal padre”. “Lo faccio tutto per passione – dice – Mario, conosciutissimo per questo a San Pellegrino -. Facevo il cacciatore di uccelli, ora, invece, mi diletto a farli nascere”. Ora Manzoni si prepara al 72° Campionato mondiale, in programma a gennaio in Portogallo.