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L’intervista degli studenti del Turoldo al dirigente Savia, su ValbremanaMag: “Io, innamorato di questa valle”

E’ in distribuzione in questi giorni il decimo numero di ValbrembanaMag, il magazine trimestrale e gratuito della Valle Brembana. Tra le novità che iniziano con questo numero la collaborazione con gli studenti dell’istituto Turoldo di Zogno che hanno intervistato il neo dirigente Giovanni Savia.

Riportiamo qui l’intervista che potrete trovare integralmente sul magazine, in distribuzione nei locali pubblici oppure da ritirare gratuitamente nella redazione di ValbrembanaWeb (via Boselli 10, a San Giovanni Bianco), all’ufficio turistico di San Pellegrino (via San Carlo) o all’esterno della farmacia Visini di Villa d’Almè (il magazine è consultabile tutto anche online, dalla home page del nostro sito. Clicca qui).

IL DIRIGENTE DEL TUROLDO, GIOVANNI SAVIA: VOGLIO UNA SCUOLA INCLUSIVA, SOSTENIBILE E PARTECIPATA

Giovanni Savia, 54 anni, originario di Ramacca (Catania), dallo scorso settembre è il nuovo dirigente dell’istituto superiore Turoldo di Zogno, aperto nel 1969, che oggi ospita licei, istituti tecnici e professionali.
Una scuola in continua crescita che da settembre 2025 ospiterà circa 1.400 studenti, numeri mai raggiunti prima. E dovrà, quindi, fare i conti con la carenza di spazi. All’interno dell’istituto quest’anno si è costituito un gruppo di giornalismo, con l’obiettivo di raccontare la vita scolastica e magari raccontare il punto di vista dei ragazzi sulla valle.
Il gruppo ha voluto iniziare proprio intervistando il nuovo dirigente.

Prima di diventare preside, nello specifico quale materia insegnava?
«Ero un docente abilitato di sostegno e lettere. I primi anni sono stati da insegnante di sostegno, mentre l’ultima parte del percorso è stata da docente di lettere. Insegnavo in due classi di tecnico e una classe di liceo».

L’intervista al dirigente Savia

E cosa l’ha spinta a fare questo cambiamento non da poco?
«Sicuramente è un cambiamento importante. Già come docente, nel mio piccolo, volevo dare uno slancio. Ora come dirigente voglio creare una scuola inclusiva, sostenibile e partecipata. L’obiettivo prioritario è condividere giorno con studenti, docenti e genitori una visione di scuola ispirata a tre valori. La partecipazione: parliamo di una scuola secondaria di secondo grado, gli studenti dovrebbero avere un ruolo di primo piano nello sviluppo della scuola. L’inclusività: mi piacerebbe avere attenzione per le difficoltà di ogni studente e studentessa, insieme a docenti e genitori. La sostenibilità: deve esserci una visione sostenibile in tutto ciò che facciamo. È necessaria per costruire una scuola e una società migliori. Una scuola come questa, con tante persone all’interno, può essere un nucleo importante per creare una rete di connessioni attive nel territorio».

Qual è stata la sua priorità quando è arrivata e quali sono gli obiettivi che ha raggiunto finora.
«Il mio obiettivo principale quando sono arrivato era di conoscere a fondo la scuola, sia nelle sue strutture sia nelle persone che ne fanno parte, attraverso un ingresso morbido, senza ridurre lo spazio né imporre vincoli a chi già opera al suo interno. Volevo prendere piena padronanza di questo territorio che sento mio, quindi da quel punto di vista non mi sento assolutamente un estraneo. La mia idea di scuola è quella di uno spazio
inclusivo, partecipativo e creativo, legato alla sostenibilità. Qui ci sono degli spazi bellissimi, pensiamo alla “vasca”, alle classi, ai corridoi spaziosi; la mia idea è rendere tutto più verde, portando delle piante nelle classi perché vivere in un ambiente verde, vi assicuro, aiuta a rimanere più felici. Per quanto riguarda gli obiettivi, non posso dire di aver già realizzato tutto, ma avevo chiara l’idea che ciò che volevo fare e voi, la band e i social ne siete una dimostrazione: con il vostro impegno documentate la bellezza dell’istituto e rendete visibile l’apprendimento che ogni giorno viviamo».

Ha mai incontrato delle difficoltà nel realizzare le sue idee. Ad esempio, molti studenti si sono lamentati del divieto di utilizzare gli smartphone a scuola.
«Nella vita ci sono sempre delle difficoltà, soprattutto quando si vuole realizzare qualcosa di creativo e di alternativo. Perciò gli ostacoli li ho sempre previsti, non mi deludono più di tanto. Riguardo al telefonino, la ricerca dimostra che utilizzare e portare il cellulare sempre con sé è fonte di ansia, perciò ho voluto creare un’area smartphone free, per eliminare le fonti di ansia personale. Inoltre è una proposta che è nata dai genitori, che mi è stata comunicata fin dai primi incontri e alla fine, dopo le prime settimane un po’ agitate, anche gli studenti mi sembrano più rilassati. Direi quindi che è finito tutto bene».

Qual è il consiglio che vorrebbe trasmettere oggi agli studenti e ai docenti dell’Istituto Turoldo?
«Uno dei migliori consigli che vorrei trasmettere è legato agli ostacoli, che ci sono sempre. Anche per diventare dirigente ho incontrato ostacoli, non è stato tutto bello limpido. Ho cercato in ogni momento di considerare ogni difficoltà come un momento di crescita per andare oltre. Da fan di Leopardi, per me l’ostacolo è la siepe, cerco sempre di vedere oltre la siepe, non mi fermo mai; tante menti si fermano all’ostacolo e non hanno il coraggio di guardare oltre. Il consiglio che vorrei darvi è quello di considerare l’ostacolo come una nuova fonte inesauribile di opportunità a cui la vostra mente deve abituarsi, esercitando la creatività».

Lei aveva già avuto modo di lavorare a Zogno. Com’è stata la sua impressione ritrovando questa zona?
«Assolutamente positiva. Ero già innamorato di questo territorio e sono andato via solo per motivi familiari e di lavoro. Dopo il mio paese di origine, Ramacca, qui è dove mi sento più legato. Per me essere qui è un ritorno, un piacevolissimo ritorno».

Mirela Fabbrini
Michele Piatti
(Studenti dell’Istituto Turoldo di Zogno)

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