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Atalanta e Sofia Goggia, sintesi del carattere orobico: pedalare e non accontentarsi

Di Paolo Gamba

È incredibile l’affetto che c’è attorno alla Dea, contro il Real Madrid tutta l’Italia tifa Atalanta.

Una partita che fino a pochi anni fa avremmo giocato forse alla PlayStation. Giocare alla pari contro la squadra più forte al mondo ci dà una carica pazzesca, ma quella palla di Retegui… Fenomeno Dea? Si, ma anche fenomeno Sofia Goggia. Sofia seconda, a soli 16 centesimi dalla prima, nella discesa libera a Beaver Creek a 8 mesi dall’infortunio a Ponte di Legno, frattura del pilone tibiale destro, il 5 febbraio. SuperSofia apre il gas, senza remore, senza calcoli, proprio come la Dea, senza paura, senza fare calcoli. Ma Sofia è incontentabile, i fuoriclasse sono così: “Gara buona, non eccelsa”. E poi la vittoria il 15 dicembre in SuperG sempre a Beaver Creek. “Un miracolo sportivo”, è il commento in tv.

Insomma è la sintesi del carattere orobico: pedalare e non accontentarsi. Tutto questo dopo una bellissima passeggiata in mezzo ai miei amati boschi della Valle Brembana. Percorso il sentiero del Partigiano, con piccola scalatina, in prossimità della Corna Marcia di Brembilla. Il panorama da soli 900 metri d’altezza è pazzesco, si spazia dalla valle Imagna con il Linzone, Resegone, alla Valle Brembilla, Sornadello, Foldone, Castel della Regina, Cerro, San Antonio Abbandonato, dietro Alben, Arera.

Il sole illumina tutte creste delle montagne, mentre sono appollaiato su una roccia non lontano dalla Corna Marcia, mi gusto questa cartolina della nostre meravigliose prealpi orobiche. Dopo la fatica mi gusto un buonissimo panino in un bar di Berbenno vicino alla chiesa. Ultima annotazione, ha ragione Gasp, giocare contro le grandi, diventi grande anche tu. Newton nel 1676 scrisse: “Siamo seduti sulle spalle di giganti, per questo possiamo vedere lontano”.

Domenica 15 dicembre 2024

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