Il portale della Valle Brembana e delle Orobie

spot_imgspot_imgspot_imgspot_img
HomeRedazionaleFuturo della medicina riabilitativa: con l'istituto Quarenghi di San Pellegrino il confronto...

Futuro della medicina riabilitativa: con l’istituto Quarenghi di San Pellegrino il confronto tra i massimi esperti

Tecnologia e umanizzazione, ricerca e cura, concepita non solo come guarigione fisica, ma anche benessere psicologico e reintegrazione nel contesto familiare, sociale, professionale: questo lo scenario tracciato sul futuro della medicina, nel corso del convegno scientifico “Riabilitare oggi. Tecnologia, nuove competenze e tradizione in un sistema complesso con la persona al centro”.

Organizzato in occasione del suo centenario dall’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme (Bergamo), polo specializzato nel campo della riabilitazione neurologica, ortopedica, cardiologica e respiratoria, ha riunito i massimi esperti nelle diverse specialità mediche per confronto sulle nuove sfide e sulle aspettative reali della riabilitazione moderna, in relazione alla centralità della persona, considerando le profonde trasformazioni legate alla diffusione di robotica e intelligenza artificiale, oltre allo sviluppo delle competenze specialistiche.

«Raggiungere cento anni di storia nella cura non è solo un traguardo, rappresenta anche una responsabilità – commenta Michèle Quarenghi, consigliere delegato dell’Istituto Clinico Quarenghi – Per questa ragione, come istituto abbiamo desiderato organizzare un convegno scientifico che rappresentasse un momento formativo, ma anche occasione di ampia riflessione sul tema della riabilitazione. Oggi, con le nostre radici che affondano nel passato, scegliamo di guardare al futuro: anzitutto con l’apertura a Bergamo del Centro Clinico Quarenghi, una struttura innovativa e fortemente orientata alla sostenibilità, dove proporremo percorsi riabilitativi e diagnostico-terapeutici all’avanguardia prendendo spunto dal modello che ci caratterizza a San Pellegrino Terme. Anche qui, abbiamo in programma interventi di ampliamento dell’offerta sanitaria e attendiamo possano divenire operativi cinque posti letto dedicati alla neuroriabilitazione. E nel frattempo abbiamo presentato anche istanza a Regione Lombardia per il riconoscimento quale struttura riabilitativa specialistica per le malattie rare neurologiche. Nel solco tracciato dal nostro fondatore, il nostro impegno per la salute e il benessere delle persone resta immutato, oggi come cento anni fa».

Dopo i saluti istituzionali di Gabriele Pelissero, presidente nazionale Aiop, di Michele Nicchio, Presidente Aiop Lombardia, di Giovanna Beretta, Past president Simfer, a nome dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, assente per impegni istituzionali, ed Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, il convegno è entrato nel vivo con l’introduzione di Daniele Bosone, presidente dell’Istituto Clinico Quarenghi e direttore sanitario della Fondazione Irccs Mondino di Pavia.

Nel corso del suo intervento “Curare la persona o la malattia? ha sottolineato: «Nel 2025 curare in un contesto riabilitativo significa tenere la persona al centro concretamente, mettendo competenza, innovazione e tecnologia in dialogo con la multidimensionalità del paziente-persona, con la sua storia, le sue passioni e preoccupazioni, il contesto familiare e sociale, soprattutto in vista del ritorno alla quotidianità. In questo senso di forte impatto è l’umanizzazione: la persona deve essere accolta, non più ricoverata, coinvolgendola nella parte attiva del percorso di cura, rispettandola nella sua complessità, comunicando e ingaggiandola adeguatamente. In sintesi, dobbiamo puntare al concetto di ricovery, che significa non solo guarigione fisica, ma benessere psicologico e reintegrazione nella vita quotidiana».

Gianvito Martino, direttore scientifico Irccs San Raffaele, nella sua lectio magistralis “Il futuro della medicina: le neurotecnologie al servizio della persona”, ha affrontato il rapporto tra medicina e tecnologia, con focus sull’intelligenza artificiale: «Dalle macchine automatiche della rivoluzione industriale, ai calcolatori degli anni ‘60, fino ai computer quantistici del XXI secolo: costruire “macchine” in grado di eseguire compiti caratteristici dell’intelligenza umana, riproducendo il funzionamento del cervello, è sempre stato il sogno nel cassetto dell’Homo Technologicus. Aspirazione legittima da sempre, ma che negli anni ‘50 ha preso forma compiuta grazie alla nascita della cosiddetta “intelligenza artificiale”, termine oramai noto ai più, ma non certo dai più intimamente compreso. Seppur fin da allora in continua evoluzione, tale disciplina ha però subito una rivoluzione concettuale e fattuale solo all’inizio degli anni ’80, quando sono state sviluppate le prime macchine capaci di apprendere autonomamente un’attività senza essere state programmate esplicitamente a farlo. Queste macchine sono già oggi di utilizzo comune in molti ambiti e quindi sono di certo utili, ma serve sfruttarne le potenzialità con responsabilità. Ricordando che il cervello umano rimane la “creatura” più evoluta e intelligente che per ora conosciamo».

Il primo panel, “La riabilitazione centrata sulla persona”, moderato da Marina Scarlato, Responsabile Unità Operativa Riabilitazione specialistica II dell’Istituto Clinico Quarenghi, e Silvia Galeri, Direttore Struttura complessa Riabilitazione Specialistica e Unità Spinale Asst Papa Giovanni XXIII, ha visto la partecipazione di Luca Antonio Felice di Odoardo dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Enza Maria Valente, Ordinario di Genetica Medica Università degli Studi di Pavia – Fondazione Mondino, Antonio Bortone, Direttore Poliambulatori e Centri Ambulatoriali di Riabilitazione Regione Marche del Gruppo Kos, Gabriele Bazzocchi, Docente Alma Mater Università di Bologna, Specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, e Maria Simonetta Spada, Direttore Unità di Psicologia Asst Papa Giovanni XXIII.

Nel pomeriggio, lavori sono ripresi con il panel dal titolo: “Riabilitare la persona fra percorsi tradizionali e innovazione tecnologica”. Moderato da Giovanni Pietro Salvi, Neurologo Istituto Clinico Quarenghi – Presidente La Rete, e da Antonio Nardone, Direttore della Scuola di specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Pavia – Irccs Maugeri, ha coinvolto Antonio De Tanti, Direttore Centro Cardinal Ferrari e Presidente Sirn, Stefano Mazzoleni, Docente di Bioingegneria, Politecnico di Bari e Scuola IMT Alti Studi Lucca, Antonino Errante, Università degli Studi di Parma, Alessia Monti, Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive Università di Trento e Daniele Emedoli, Ricercatore, Dipartimento Riabilitazione Ospedale San Raffaele.

Il convegno si è concluso con la tavola rotonda ”La riabilitazione nel Sistema sanitario: prospettive e attualità normative” moderata da Dario Beretta, presidente Sezione Ospedaliera Aiop Lombardia e Francesco Quarenghi, medico cardiologo.

A seguito dell’intervento di Giovanna Beretta, Past president Simfer, si sono confrontati Sandro Iannaccone, Direttore dipartimento di Riabilitazione San Raffaele, Presidente Società Scientifica Riabilitazione, Francesco Locati, Direttore Generale Asst Papa Giovanni XXIII Bergamo, Michelangelo Bartolo, responsabile dell’Unità di Neuroriabilitazione del Gruppo Habilita, e Simone Ruggeri, Fisioterapista Istituto Clinico Quarenghi e Presidente Ordine dei Fisioterapisti di Bergamo.

L’evento ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Aiop Lombardia, Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Bergamo, Fnofi-Federazione Nazionale ordine Fisioterapisti, Ofi-Ordine fisioterapisti di Bergamo, Simfer-Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, Sirn-Società Italiana di Riabilitazione.

Sabato 22 marzo 2025

spot_img