“Samadùr”, in “Gaì” (il gergo dei pastori) significa quelli che sono sempre in cammino, come appunto i pastori o quelle categorie gerganti, come gli spazzacamini, gli arrotini, i seggiolai… e tra questi anche i suonatori ambulanti che andavano da una fiera all’altra, da un mercato all’altro per portare con la loro musica un tocco d’allegria alla festa. Il gruppo esegue brani del repertorio tradizionale bergamasco, si tratta di danze come polke, mazurche, scotìsc, burée, polesane, valzer, monferrine, e canzoni. Gli strumenti suonati sono il “baghèt” (la cornamusa bergamasca), il flauto della Valle Imagna, (un flauto dolce di origine medievale chiamato “siglòt”), i “tarlèk” (specie di nacchere bergamasche), le “campanine” (una specie di xilofono costruito in casa e usato come strumento propedeutico alla campane, ma passato all’uso in famiglia per accompagnare altri strumenti come il mandolino o il flauto, per rallegrare le lunghe serate invernali, passate in casa o nelle stalle). Gli abiti indossati dal gruppo sono quelli portati ancora oggi dai pastori della provincia di Bergamo e sono stati scelti perchè ancora “vivi”, quindi senza reinventare nulla ma utilizzando quelli ancora in uso. La giacca (la gaiàna), la camicia bianca (la biolda), il gilet (ol comès), i calzoni (i tragne), gli scarponi ( i fangùse) e i gambaletti (i scalfarècc) sono gli elementi che compongono questo particolare vestito.
Per info: Piergiorgio Mazzocchi – Tel. 035 542982 cell. 0347 4975883
Per maggiori informazioni visitare il sito : https://www.brembana.info/folklore/samadur/index.html