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Voglia di evadere: ieri pienone a Bergamo

Dopo una lunga prigionia, che ha penalizzato soprattutto i giovani, vedere le nostre vie del passeggio prese d’assalto in un giorno di festa primaverile, guastata solo nel primo pomeriggio dalla pioggia, non dovrebbe sembrare affatto una sorpresa, neppure ad un primo cittadino che è rimasto invece contrariato dalle conseguenze più ovvie di una prima e parziale restituzione della libertà di movimento.

Invadendo il Sentierone, via XX Settembre, Piazza Vecchia e la Corsarola in Città Alta, le Mura e gli altri luoghi sacri della movida, ma anche ristoranti e pergolati, i bergamaschi hanno ripreso possesso del territorio, dimenticando per un giorno l’annus horribilis trascorso, le sofferenze, i lutti e le tragedie patite in quindici mesi di guerra al virus cinese: una boccata di aria fresca attraverso le mascherine con il sottofondo di incertezze sul futuro e l’amaro retrogusto di sgradevoli sensazioni su ciò che è avvenuto, su come è stato raccontato e come, invece, è stato percepito.

Bergamo, nei suoi punti più frequentati compresi i parchi cittadini e le aree verdi, è stata ieri presidiata dalla Polizia Locale che, tuttavia, non ha elevato alcuna contravvenzione: le compagnie di giovani e gli sportivi della domenica sono riusciti a gustare i loro passatempi all’aria aperta solo in mattinata e sono stati dispersi all’ora di pranzo da irriguardosi scrosci di pioggia che hanno reso i prati e l’erba impraticabili.

Il tempo capriccioso di ieri è dunque servito a rappresentare con chiarezza il vero problema di un sistema che consente la ristorazione solo all’aperto: non si può organizzare il lavoro, procurarsi le provviste, convocare il personale e neppure accettare prenotazioni se tutto può essere vanificato dalle condizioni meteo.

Lunedì, 3 maggio 2021

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