Da qualche giorno si è aperto un nuovo fronte della guerra dell’umanità contro la diffusione del CoViD-19: si tratta del cosiddetto “continente” indiano, ossia di popolosi paesi come India, Bangladesh e Sri Lanka, dove si sta rapidamente replicando una pericolosa variante del virus cinese, contro la quale l’Occidente tenta di porre un argine chiudendo le possibili vie di trasmissione, prima fra tutte le rotte aeree.
In questo quadro ed in conseguenza della nuova ordinanza del ministro Speranza di mercoledì 28, che manda in soffitta quelle del 25 e 27 aprile e con la quale si cerca di impedire il proliferare dell’ultima variante identificata come “indiana”, anche lo scalo di Orio dopo Fiumicino e Malpensa è tenuto ad applicare pesanti limitazioni e ad osservare una precisa procedura per i voli provenienti dall’India, sia diretti che in triangolazione.
Risale alla scorsa domenica, quando erano in vigore le precedenti disposizioni, l’ultimo arrivo settimanale dall’aeroporto indiano di Amritsar, Stato di Punjab, con numerosi passeggeri a bordo dei quali si sono perdute le tracce. Il prossimo volo, previsto in arrivo a Orio tra questa notte e l’alba di domani, è stato riprogrammato per lunedì 3 maggio alle 19,30 al fine di raccogliere un numero maggiore di passeggeri, non più di 150 su un Airbus 330, in quanto non si prevede a breve una riapertura delle rotte con l’India.
Tutti gli altri voli che dovevano collegare l’India e Orio durante il mese di maggio sono stati cancellati dopo che l’Italia ha vietato l’ingresso a chi abbia soggiornato negli ultimi 14 giorni in India, Bangladesh e Sri Lanka, con l’eccezione del rientro in Italia dei nostri connazionali.
Tutti i passeggeri del volo di lunedì 3 proveniente dall’India dovranno mostrare una certificazione di test molecolare o antigenico negativo eseguito entro le 72 ore precedenti all’arrivo, e dovranno sottoporsi di nuovo a tampone o in una specifica area dello scalo bergamasco appena sbarcati oppure all’arrivo nel Covid-Hotel assegnato, probabilmente il Mercure di Bergamo o la Muratella di Cologno al Serio, dove sconteranno un isolamento di dieci giorni anche in caso di test negativo. Al termine della quarantena verrà eseguito un ulteriore ed ultimo tampone di controllo.
Questo è il massimo livello di salvaguardia sanitaria previsto dalle norme, ma resta il pericolo delle già citate «triangolazioni», ossia gli ingressi finali in Italia con scalo intermedio in altri Paesi, che però nella gran maggioranza dei casi hanno già bloccato l’ingresso dall’India e Paesi limitrofi.
Per gestire anche queste evenienze, come la possibilità di atterrare in Paesi europei più elastici entrando successivamente in Italia con il treno o in auto, si sta facendo strada l’idea di analizzare in modo organico l’intera questione a livello comunitario, dal momento che affrontare un tema così complesso in un’ottica nazionale non porterebbe a soluzioni efficaci.
Sabato, 1 Maggio 2021