“Ormai metà del nostro lavoro è inutile. Lavoravo anche dieci ore al giorno, con 5 giorni di ferie all’anno. Ore a fare ricette, quando tutto, invece, si potrebbe semplificare. Lascio esausto e con rammarico. Mi confortano la stima e l’apprezzamento ricevuto in questi giorni dai miei pazienti con cui c’era un grande legame: in alcune famiglie ho curato anche quattro generazioni”.
Per Mario Boffelli, 69 anni, decano dei medici brembani, il 30 dicembre sarà l’ultimo giorno in ambulatorio, in via Ceresa, a San Giovanni Bianco. Poi la pensione.
“La medicina territoriale è allo sbando – dice -. Oggi una ricetta vale solo sei mesi, per i malati cronici due mesi, devono continuamente tornare. C’è un’ipermedicalizzazione, con esami su esami per ogni cosa. Potrei proseguire ancora due anni in ambulatorio ma Ats potrebbe darmi sedi diverse, non necessariamente San Giovanni Bianco. Con dispiacere preferisco lasciare”.
Comunicata la decisione, è iniziata la “caccia” a un sostituto da parte dei 1.460 pazienti che erano assistiti da Boffelli. Con inevitabili code in farmacia. Possono scegliere tra i sei medici rimasti nell’ambito (San Giovanni Bianco-San Pellegrino-Taleggio-Vedeseta-Camerata), tutti però già con numeri massimali. Medici che potranno comunque derogare al massimale di 1.500 (fino a 1.750) scegliendo personalmente gli assistiti in più. “E il rischio è che restino esclusi i pazienti più fragili“, e quindi impegnativi, dice Boffelli.
Che dice, poi, di aver fatto di tutto per trovare un sostituto prima dell’addio: “Avevo individuato un giovane laureato della valle che mi sarebbe subentrato nel servizio. Ha trovato posto altrove, purtroppo”.
Giovedì 19 dicembre 2024