La Dea, che ieri a San Siro ha rifilato tre reti al Milan, quattro alla Roma lo scorso 20 dicembre, tre alla Fiorentina una settimana prima e quattro alla Lazio il 30 settembre, non è però riuscita ad incassare più di un punto con squadre come la Juventus, l’Inter, il Bologna, il Genoa e l’Udinese mentre ha ceduto nel girone di andata solo con il Napoli, la Samp ed il Verona.
L’Atalanta forse è attualmente la squadra più in forma e temibile del campionato italiano, una vera macchina da goal che pratica un calcio aperto a tutto campo, con individualità di tutto rispetto, eccellenze come Iličić solo per citarne uno, ed un collettivo che si muove e si espande a macchia d’olio dalla difesa all’attacco in ogni zona del campo.
Quella di ieri è stata una delle prestazioni più belle della squadra bergamasca, forse la più bella degli ultimi anni e di certo di tutta la gestione Gasperini per lo spirito di squadra, la determinazione nel perseguire la vittoria, il gioco espresso, l’importanza del momento e la levatura dei rivali, un Milan capolista e già consacrato campione d’inverno.
L’Atalanta ha vinto per aver dominato da tutti i punti di vista: sul piano fisico, dell’intensità, dell’organizzazione: una difesa trascinata da un Romero incontenibile che ha lasciato riposare il portiere Gollini, mai seriamente impegnato se non in una occasione da Mandzukic, un centrocampo spinto dalla coppia de Roon-Freuler oggi senza rivali in Italia, le fasce dominate da Hateboer e Gosens e davanti la coppia Iličić e Zapata, il potente ariete atalantino che può diventare davvero micidiale.
Se può essere fatto un appunto alla nostra “Dea”, riguarda gli ultimi metri nelle fasi di attacco, dove una minore concitazione ed una maggiore precisione nei passaggi e nelle esecuzioni renderebbe il numero di reti complessivamente segnate ancora più impressionante.
Domenica, 24 gennaio 2021