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Posata 38 anni fa a ricordo di due amici: distrutta da un fulmine la croce sul monte Grabiasca

Era stata posata nel 1986 da un gruppo di amici di San Giovanni Bianco, a ricordo di Emilio Bonzi morto colpito da un sasso sul Corno Medale (Lecco), e Paolo Rota, sub annegato nel lago d’Iseo ma anche lui appassionato di montagna. Portarono la croce in metallo realizzata da Giovanni Milesi, sempre di San Giovanni Bianco. Ciascuno un pezzo di croce e un sacchetto di cemento pronto per realizzare il basamento.

La croce venne posata sull’anticima, a 2.670 metri di quota, essendo la cima, a 2.705 metri (distante un centinaio di metri) più difficile da raggiungere per via di un canale pericoloso. Quella croce è diventata da allora il punto di arrivo della maggior parte degli escursionisti che salgono al Grabiasca, montagna della Conca del Calvi, raggiungibile dal lago Rotondo o dai laghi di Poris (Carona).

A fine luglio un fulmine ha letteralmente staccato la croce scaraventandola non si sa dove, distruggendo anche il basamento in cemento e creando un buco là dove era stato posto. “Ho provato a cercarla in zona ma non ho trovato nulla – dice Gilberto Paninforni, escursionista di San Giovanni Bianco frequentatore esperto della zona – ma proprio due anni fa l’avevo ripitturata di grigio perché arrugginita e sarà difficile distinguerla tra le rocce, sempre se è ancora intera”. Ora, al posto della croce, è stato posato un omino di sassi a ricordo dei due amici. Ma l’intenzione è di ricostruire o una croce o di posare una lastra di ardesia (pioda) con la scritta per Paolo Rota ed Emilio Bonzi.

La Croce sull’anticima del Grabiasca prima che il fulmine la distruggesse
Il buco lasciato dal fulmine
Gilberto Paninforni con l’omino di sassi realizzato al posto della croce

Martedì 13 agosto 2024

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