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Orio in pista

Tra gli effetti disastrosi della pandemia di CoViD ad occupare i primi posti, se si esclude il sacrificio di vite umane e la crisi economica mondiale, è il comparto del turismo e dei collegamenti internazionali, soprattutto quelli aerei. E l’Italia anche in questo caso non fa eccezione.

Per mitigare almeno parzialmente le perdite subite in questo anno nefasto dal nostro aeroporto a causa dell’emergenza CoViD ed inoltre per contribuire al finanziamento delle azioni di rilancio in corso, è stato avvalorato l’arrivo dal Governo di quaranta milioni di euro.

Grazie a questa decisione l’aeroporto di Bergamo potrà contare su risorse utili non solo al recupero delle perdite accumulate nel corso del 2020 ma anche a rendere concreti i piani di investimento destinati a confermare e rafforzare il suo posizionamento, garantendo l’occupazione che in modo diretto e indiretto è legata alla sua attività.

Tra gli accennati progetti di rilancio ha provocato qualche scalpore il recente annuncio di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto “Caravaggio”, dello stanziamento di 20 milioni di euro che verranno utilizzati per la costruzione di un nuovo albergo a quattro stelle in business class con duecento camere, su un proprio terreno di circa 10.000 metri quadrati al confine con Bergamo.

L’annuncio ha sorpreso in particolare i sindaci dei comuni che sorgono nelle immediate vicinanze del complesso aeroportuale: Alessandro Colletta (Orio al Serio), Cristian Vezzoli (Seriate), Lucio de Luca (Azzano San Paolo), Manuel Bentoglio (Grassobbio), Roberto Scarpellini (Bagnatica), da sempre in prima linea nel richiedere la realizzazione anche delle opere di “mitigazione ambientale” attese da anni, in quanto la difesa dei territori non dovrebbe mai passare in secondo piano rispetto ai benefici imprenditoriali ed economici.

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