Per i bergamaschi e non che conoscono questo borgo minuscolo, popolato da una cinquantina di residenti in tutto, raggiungibile percorrendo un sentiero che s’inerpica in mezzo al verde con vista su un tratto suggestivo del fiume Brembo, trovarlo nell’edizione 2021 della guida dei “Borghi più belli d’Italia” non è affatto una sorpresa.
A Cornello dei Tasso si respira un’atmosfera d’altri tempi, antichi profumi, suoni rarefatti, angoli di una realtà agricola sopravvissuta intatta fino ai giorni nostri. Nulla di artefatto, nulla di dissacrante, tutto nel solco delle tradizioni tramandate di generazione in generazione. E nel piccolo Museo delle Poste si trovano cimeli e reperti storici che ricordano le origini del servizio postale, con il quale il luogo ha un rapporto del tutto particolare.
Cornello ha legato il suo nome a quello dell’antica famiglia Tasso che dai più è conosciuta per aver dato i natali ai due grandi letterati ,Bernardo Tasso e suo figlio Torquato Tasso, autore della “Gerusalemme Liberata”, ma che in realtà può essere considerata una delle prime imprese multinazionali europee, dal momento che detenne per secoli il monopolio del servizio postale tra l’impero tedesco e gli altri stati d’Europa.
Originari di questo borgo, i vari rami del casato svolsero dapprima un ruolo importante nella fondazione e nella gestione della “Compagnia dei Corrieri della Serenissima” che curava i collegamenti sulle linee Venezia-Milano e Venezia-Roma. Tra il 1460 ed il 1539 alcuni esponenti della famiglia furono chiamati a organizzare le Poste Pontificie, mentre altri Tasso, e in particolare i fratelli Francesco e Janetto, ottenevano i primi appalti per comunicazioni postali nel Tirolo, ad opera di Massimiliano I d’Asburgo, incarichi poi confermati a lungo fino all’mperatore Carlo V.
Fu l’inizio della grande epopea che vide questi intraprendenti personaggi, originari della montagna bergamasca, ricoprire per secoli l’incarico di mastri generali delle Poste Imperiali, creando una fitta rete di collegamenti tra centinaia di città europee e dando vita ad un’impresa che in breve raggiunse i vertici del potere finanziario. Nel Seicento il ramo tedesco della famiglia, noto con il nome di Thurn und Taxis, ottenne dagli imperatori il titolo principesco.
Fiorello Primi, presidente dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia, nella nuova guida del 2021 presenta 315 comuni, tutti certificati dall’associazione e che hanno superato una selezione su 1.000 visitati, illustrati con 2500 foto ed arricchiti, anche grazie alla “realtà aumentata”, da indicazioni su 300 strutture dove mangiare, dormire o godere di un po’ di relax.