Niente da fare per Andrea Arioli, 22 anni di Branzi, che sabato 11 febbraio, sul ring di San Pellegrino, andava a caccia del titolo italiano Wako (World association of kickboxing organizations) Pro K-1 (categoria 66,800 chilogrammi). Dopo i quattro round l’ha spuntata il napoletano Daniele Iodice, 25 anni, già campione europeo di combattimento.
“Sono stati quattro round intensi molto tecnici e alla fine ha vinto Daniele grazie all’esperienza – racconta Andrea – facendosi valere negli ultimi secondi dell’ultimo round, in quanto fino a lì il match era in parità. Combattere in casa e vedere tutta quella gente li per me è stato comunque stupendo. Sono relativamente soddisfatto anche se molto rammaricato per non aver portato la cintura a casa, ma so che stiamo lavorando bene in palestra con tutto il team quindi di cose belle ne arriveranno. Ora farò una settimana di riposo e poi riparto”.
Arioli è figlio d’arte. Anche il padre, infatti, Davide Arioli, ha un passato nelle arti marziali ed è maestro di karate, e così anche la madre.
Le tecniche utilizzate negli incontri di K-1 sono tecniche di braccia, tecniche di piede e ginocchiate, e tutte solamente di percussione. E nei combattimenti di K-1 si possono trovare combattenti che arrivano da diverse arti marziali.
Arioli ha iniziato con il karate a 13 anni, a Branzi, dopo aver praticato calcio a San Pellegrino. Dopo due anni di pugilato a Milano la decisione ancora di cambiare specialità, quindi l’approdo alla kickboxing.
Domenica 12 febbraio 2023