E’ morto il 1° agosto scorso, precipitando per un centinaio di metri sul monte Vaccarizza, a 1.600 metri di quota, ad Ardesio. Ora l’Università Cattolica di Milano gli ha conferito la laurea postuma. Matteo Carminati, 25 anni, di Petosino di Sorisole, infatti, si doveva laureare proprio a settembre. Ma la tragica morte ha impedito che raggiungesse anche questo suo sogno.
Matteo era da alcuni giorni all’Alpe Vodala con il pastore Silvestro Maroni, per il progetto Pasturs (giovani che affiancano i pastori durante l’alpeggio in montagna). Il 31 luglio aveva ricevuto anche la visita del padre e lunedì 1 agosto stava sorvegliando il gregge in una valletta di Valzurio. Insieme al pastore avrebbero dovuto trovarsi intorno alle 11, ma poiché il ragazzo non rispondeva al telefono, Maroni ha iniziato a cercarlo con altre persone. Il giovane, prossimo alla laurea, era precipitato in un canalone, per circa 100 metri. Lungo il percorso, furono trovati zaino e cappello, e il cane che lo stava accompagnando.
“L’Università Cattolica ha una parte importante nella storia di Matteo che era iscritto, nella Facoltà di Psicologia, al corso di laurea magistrale in “Psicologia delle organizzazioni: risorse umane, marketing e comunicazione” – scrive Cattolinanews, il giornale online dell’Università -. La tesi era alle porte, programmata per settembre, e dedicata al tema “Le istituzioni a double primary task: cultura organizzativa e livelli di disagio professionale”. Matteo non ha fatto in tempo a discuterla e così la Facoltà ha deciso di conferire, per la prima volta, la laurea postuma il 19 novembre in una cerimonia che «è stata bellissima” hanno affermato in coro i genitori”.
«Quando apprendiamo della tragica morte di un giovane ci viene da dire che è stata una vita spezzata – ha dichiarato il preside della Facoltà Alessandro Antonietti ricordando Matteo –. E questo è vero perché una perdita così inaspettata ci fa vivere la dolorosa sensazione di un troncamento del percorso dell’esistenza e un taglio nella trama dei legami. Nel caso di Matteo, però, possiamo dire che è stato anche un precoce compimento. La laurea che gli è stata attribuita vuole sottolineare che anche la sua carriera accademica ha avuto il suo compimento, non solo perché Matteo aveva svolto pressoché tutto ciò che è richiesto per ottenere il titolo finale, ma perché negli anni trascorsi nel nostro Ateneo aveva saputo trasmettere ai suoi compagni lo slancio di chi ha voglia di conoscere sempre di più e sempre meglio, e questo i suoi docenti lo hanno colto ed è stata una testimonianza anche per loro».
“Il compimento della vita di Matteo – continua ancora Cattolicanews – ha riguardato tutta la sua vita, non solo l’università dove, peraltro, ha collezionato una serie di 30 e 30 e lode. La vera pienezza è data dai tantissimi amici che l’hanno circondato dal tempo dell’università in poi, e dai legami che lui ha saputo custodire. «A me fa bene uscire con i suoi amici perché mi diverto e mi raccontano quello che facevano insieme», ha raccontato il papà ricordando un fatto incredibile. Poco prima di partire per l’alpeggio dove avrebbe perso la vita, Matteo ha voluto organizzare un viaggio a piedi da Siena a Firenze con una dozzina di amici delle superiori, della Cattolica, della Croce Bianca, dell’Università di Bergamo. Come se volesse salutare tutti un’ultima volta. Allo stesso modo, la sera prima di partire aveva portato la mamma a Bergamo Alta con la sua Mini d’epoca. Con il papà, invece, era andato a cena. I suoi amici gli hanno cantato a sorpresa il “buon compleanno” in anticipo solo per ringraziarlo di aver creato questa occasione speciale”.
Sabato 24 dicembre 2022