Non sempre le ciambelle escono col buco: lo ha scoperto anche il cinquantunenne di Zogno con l’hobby del bracconaggio, protagonista di un’avventura che sembra ideata da un umorista.
Il suo obiettivo, un giorno di settimana scorsa, erano gli uccellini che animano i boschi di Poscante, per i quali aveva predisposto le sue classiche trappole di benvenuto: reti da uccellagione di almeno 50 metri quadrati. Nella sua auto parcheggiata nei pressi teneva già rinchiuso un merlo in stato di prigionia.
Alla vista delle Guardie Forestali di Sedrina che stavano perlustrando la zona, il bracconiere abbandona all’istante la sua postazione e non trova di meglio che darsela a gambe precipitosamente.
Ma l’auto abbandonata è come un documento d’identità: dalla targa i Carabinieri di Zogno risalgono al titolare e lo contattano per avere risposte, ma non sono quelle giuste. L’uomo afferma infatti che l’auto gli è stata rubata, che aveva già sporto denuncia e che di trappole e di uccelli lui non ne sa nulla.
Tutto falso, secondo i Carabinieri, che hanno impiegato poco tempo ad accertare i fatti e che lo hanno denunciato in stato di libertà per bracconaggio, reato punito con una multa da 774 a 2.000 euro, ma anche per un ben più grave crimine, la simulazione di reato (il furto inesistente della propria auto) per cui il bracconiere rischia la reclusione da 1 a 3 anni.