La normativa è chiara, ma anche paradossale. Fino al 21 ottobre nei Comuni rientrati nella cosiddetta fascia climatica E non sarà possibile l’accensione degli impianti di riscaldamento. A stabilirlo è un decreto del 2013 che suddivide appunto i Comuni in base al clima. Tenendo conto, però, come riferimento in genere l’altitudine del capoluogo, quindi del municipio.
Un criterio che, di fatto, penalizza i Comuni brembani, generalmente caratterizzati da un capoluogo sul fondovalle, ma poi con frazioni che arrivano anche a oltre mille metri. E’ il caso, per esempio, di paesi come Zogno, Val Brembilla, San Pellegrino Terme e San Giovanni Bianco: tutti esclusi dalla fascia F, ovvero quella dei Comuni montani dove, proprio per la rigidità del clima, la normativa non pone alcuna limitazione temporale all’accensione degli impianti di riscaldamento, stufe e altro.
Ma a Zogno ci sono frazioni, come Sant’Antonio Abbandonato (confinante con Brembilla), i due Miragoli che sono a mille metri di quota. Così Santa Croce di San Pellegrino, a una quota ben più alta del capoluogo. O a San Giovanni Bianco e Camerata Cornello che hanno frazioni alte come San Gallo, Brembella, Cespedosio, dove il freddo, evidentemente si fa sentire molto di più che in basso. Vietate le accensioni prima del 21 ottobre anche a Ubiale Clanezzo e Sedrina, ma anche Lenna e Olmo al Brembo.
ALLARME NELLE SCUOLE A OLMO E LENNA: FA FREDDO, SERVE UNA DEROGA
E la normativa sta mettendo in difficoltà, per esempio, i plessi scolastici come Olmo al Brembo e Lenna, che rientrano nella fascia E. Le temperature la mattina sono fredde ma gli impianti di riscaldamento non si possono accendere: i dirigenti scolastici, tramite i sindaci, hanno chiesto una deroga alla normativa.
Normativa che, purtroppo, non tiene conto delle differenze di quota. Il caso limite è quello del Comune di Averara, nel cui territorio cade la Cantoniera di San Marco, a quasi 2.000 metri di quota. Il municipio si trova in fascia climatica E, quindi con il divieto di accensione degli impianti prima del 22 ottobre. Divieto a cui, paradossalmente, dovrebbe quindi attenersi anche il rifugio montano. “Una normativa – spiega il sindaco di Averara Mauro Egman – che dimostra, purtroppo, come tante volte le regole vengono calate dall’alto senza un minimo di aderenza alla realtà”.
Mercoledì 28 settembre 2022