Tre mesi in più per cacciarli e la possibilità di abbattimento anche nei centri urbani (dove invece, solitamente, la caccia è vietata). Queste le principali novità della bozza di modifica alla legge sulla caccia che verrà portata presto in Consiglio dei ministri per cercare di frenare la diffusione sempre più invadente dei cinghiali.
Dopo i tanti appelli di agricoltori e allevatori, qualcosa si muove. Finora gli abbattimenti da parte dei cacciatori e l’estensione della possibilità di cacciare anche agli agricoltori (con autorizzazione però demandata alla Polizia provinciale che non sempre la concede) non ha sortito grandi effetti sulla diminuzione dei capi in circolazione.
L’ampliamento di tre mesi del periodo di caccia (dal 15 settembre al 15 febbraio, anziché i canonici tre mesi da ottobre-dicembre o novembre-gennaio) e la possibilità di cacciarli anche nelle città, dovrebbe aiutare a un controllo del fenomeno.
Anche in Valle Brembana i capi di cinghiali sono in forte aumento. Dal giugno 2021 al giugno 2022 sono stati 82 i capi abbattuti (nel comprensorio venatorio della valle, da San Giovanni Bianco in su), nell’anno precedente erano stati solo sette. Ma è nella media e bassa valle dove si concentrano i numeri maggiori. Recente il caso di un avvistamento di una colonia a Ubiale.
Nel 2021 gli abbattimenti in Lombardia sono stati oltre 14 mila, contro i 9.000 del 2020 e i 7.000 del 2019. La licenza viene data dalla Polizia provinciale.
Mercoledì 6 luglio 2022