Il dono è quello di un alpino di Bracca alla sua comunità, in occasione del secolo di fondazione del gruppo locale delle penne nere, che ricorre quest’anno. Un dono sicuramente eccezionale: una delle riproduzioni certificate a scala 1:1 (ne sono previste un centinaio, ora ne sono state realizzate una decina) della Sacra Sindone custodita a Torino.
Un alpino di Bracca, responsabile del Linificio e Capanificio di Villa d’Almè, è stato tra i protagonisti del progetto che ha coinvolto, con la Val Gandino, il Museo della Sindone di Torino, il Centro studi internazionale sulla Sindone: ovvero realizzare delle copie certificate del sacro telo, visto che le ostensioni di quella originale sono rare (il lino di cui è composto il telo tende a deteriorarsi se esposto alla luce). Le copie consentiranno una visione della Sindone quasi fosse quella originale: nel realizzarle, è stato utilizzato lino seminato nell’aprile 2020 in Val Gandino, trasformato poi in filato dal Linicio e Capanificio di Villa d’Almè, con tessuto realizzato da Torri Lana 1885 a Peia. La stampa è poi avvenuta alle Efi Reggiani di Grassobbio.
Una delle copie certificate è già esposta da circa un anno nella basilica di Gandino. Quelle finora realizzate sono al museo della Bibbia di Washington, poi a Torino, due andranno a Chambéry, quindi a Oviedo, Il Cairo e, forse, a Mosca. Dal Venerdì santo 15 aprile 2022, la copia avuta da Rondi del linificio (in quanto tra i principali artefici del progetto) è stata donata al gruppo alpini di Bracca. Gli alpini hanno poi realizzato la teca che la custodisce, con il supporto della Fondazine Cariplo. Resterà visibile nella chiesa parrocchiale fino al 25 aprile, quindi, dal 5 giugno, sarà esposta permanentemente al santuario del Perello di Algua, sempre in Val Serina (che ha riaperto dopo la chiusura invernale il 18 aprile).
Lunedì 18 aprile 2022