“Le code si sono spostate solo a monte, poco è cambiato“: è lo sfogo di molti automobilisti sul web, all’indomani dell’inaugurazione del nuovo tratto della tangenziale sud di Bergamo, la Mozzo-Valbrembo (parte della Treviolo-Paladina), costato 46 milioni di euro e otto anni di lavori. “Ora coda interrata“, posta ironicamente un automobilista.
La nuova strada, sicuramente, contribuirà a migliorare gli attraversamenti dei Comuni e la viabilità locale, ma – come forse già si sapeva – sposta solo a monte il problema delle code, appunto da Paladina alla rotatoria di Arlecchino e poi fino alla Ventulosa di Villa d’Almè. L’imbuto rimane. Lo aveva riconosciuto anche lo stesso presidente della Provincia Pasquale Gandolfi al taglio del nastro: il problema non è del tutto risolto, e trovare i 421 milioni di euro per concludere la tangenziale fino a Botta di Sedrina non sarà facile, “stiamo quindi pensando a soluzioni tampone, come dei sottopassi alle rotatorie di Arlecchino e Paladina”.
Ma proprio su tale ipotesi non c’è unanimità anche tra le amministrazioni locali: favorevole si è detto in più occasioni il sindaco di Almè Massimo Bandera che ha spesso puntato il dito sui problemi di inquinamento e di salute che i suoi concittadini subiscono. Più scettico il collega di Villa d’Almè Manuel Preda, eventualmente d’accordo ma solo se gli interventi tampone (si era anche parlato di cento milioni di euro) saranno di costi non elevati. Diversamente, ha sempre sostenuto anche il vicesindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi, meglio investire i soldi per completare tutta la tangenziale sud fino a Sedrina, sperando magari nelle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Infine c’è chi, come il sindaco di Valbrembo, Claudio Ferrini, auspica di poter tenere aperte le strade utilizzate durante i lavori, come alternativa a eventuali chiusure per incidente della nuova Treviolo Paladina.
Mercoledì 9 marzo 2022