Sono trascorsi 10 anni da quel 18 gennaio, quando uno sperone di roccia staccatosi all’improvviso sotto il Torrione Curò delle Orobie travolse Mario Merelli facendolo cadere dal Pizzo Scais per 300 metri tra le montagne di casa. L’imprevedibilità che fa parte della montagna e della vita.
Merelli non ancora 50enne nell’arco di vent’anni di carriera aveva scalato ben dieci 8000 metri, per due volte l’Everest, l’ultima impresa a maggio 2011 quando con Marco Zaffaroni conquistò gli 8167 metri del Dhaulaghiri.
Per Merelli la montagna non era uno sport ma una ragione di vita, ha lasciato impronte, i tracciati linee di ascesa e di vita che restano nella memoria.
Nel suo ricordo è stato realizzato un ospedale in una zona poverissima nel Nepal, nella regione del Dolpo, che serve 9 villaggi, 18 mila persone, il Kalika Family Health Hospital. La volontà di Merelli era di poter garantire a queste persone delle condizioni igenico-sanitarie primarie. Costruito grazie alla collaborazione del suo compagno di avventura Marco Zaffaroni è l’unico presidio sanitario permanente della zona e la gente lo raggiunge camminando per giorni. Sull’ospedale una targa: “In memoria di Mario Merelli Alpinista e Sognatore. Grazie alla condivisione dei suoi sogni il Kalika Family Hospital è una realtà”.
A 10 anni dalla scomparsa è sempre vivo il ricordo dell’alpinista e dell’uomo Mario Merelli non solo tra i famigliari e gli amici.
Martedì 18 gennaio 2022