Questi i personaggi di quello che ha tutte le caratteristiche di un caso giudiziario tratto da un romanzo poliziesco: l’aula del processo è quella del Tribunale di Bergamo, presiede la corte il giudice Bianca Maria Bianchi, Pubblico Ministero Carmen Santoro, legali dell’imputato gli avvocati Mauro Angarano e Gianluca Quadri, unico alla sbarra con l’accusa di corruzione, elegante ed imperturbabile dichiarandosi completamente estraneo ai fatti contestati, Enrico Piccinelli, nel 2014 all’epoca dei fatti senatore di Forza Italia e assessore provinciale all’Urbanistica, carica che gli permetteva utili contatti.
Si tratta della prima udienza del secondo filone della maxi inchiesta sul ben noto fallimento della società Brembo Super Ski di Foppolo, ed il tema è rappresentato da una presunta e controversa tangente di mezzo milione di euro che l’imputato avrebbe richiesto per far approvare e successivamente “aggiustare” il Piano di Governo del Territorio (Pgt) di Foppolo, ampliando la volumetria edificabile in misura spropositata.
Questi infine i testimoni dell’accusa sfilati in questa prima udienza, mentre la seconda è fissata per il prossimo 7 ottobre:
Giuseppe Berera, ex sindaco di Foppolo, considerato inattendibile, già condannato a 10 anni e 6 mesi nel primo filone dell’inchiesta, quello relativo alla bancarotta della Brembo Super Ski, e che per questo secondo filone ha patteggiato una pena di 2 anni e 4 mesi;
Maria Cristina Boccolini, consulente aziendale in società con il fratello Fulvio, che ha patteggiato la pena in altro procedimento;
Mauro Arioli, ex sindaco di Carona, e per ultimo un tecnico della Provincia in quanto all’epoca si interessò del Pgt che riguardava lo sviluppo di Foppolo.
Carmen Santoro, il Pubblico Ministero, ascolta la prima testimonianza sui fatti interrogando Berera, l’ex sindaco di Foppolo, che attribuisce l’iniziativa di intervenire sul Pgt a Maria Cristina Boccolini: «È stata lei a parlarmi di soldi, un milione che serviva per l’approvazione del Pgt, ed ha accennato a Piccinelli. A raccogliere una parte dei fondi hanno provveduto gli imprenditori del territorio interessati al progetto, come Vistalli e soci. Quei soldi li ho consegnati io stesso alla Boccolini nel suo ufficio a Bergamo che condivideva con il senatore Piccinelli, mentre Santo Cattaneo, l’ex sindaco di Valleve che mi accompagnava, era rimasto in strada».
Totalmente opposta la versione di Maria Cristina Boccolini, secondo la quale era stato Berera a rivolgersi a lei ed al fratello Fulvio per una pratica che riguardava Brembo Ski ed a richiedere il loro intervento per sottoporre l’affare Pgt Foppolo a Piccinelli. Un affare che, secondo la Boccolini la quale cita presunte rivelazioni di Berera, stava a cuore anche a Martignon, che era un riferimento della CIR di De Benedetti, interessato allo sviluppo di Foppolo.
Ma la testimonianza della Boccolini non finisce qui: entra a questo punto in scena la tangente, il presunto corpo del reato, mezzo milione ridotto a 480 euro da dividere fra la stessa Boccolini ed il Piccinelli, che tuttavia nega di aver mai intascato. Parte di quella tangente è stata investita in Svizzera dai Boccolini per coprire le difficoltà economiche di quel momento.
Una doverosa precisazione: sono stati prosciolti tutti gli imprenditori della Valle, sfiorati in qualche modo dall’inchiesta, che secondo l’accusa spingevano per far approvare dalla Provincia un Pgt di Foppolo che prevedeva volumetrie in eccesso, ridotte poi in sede di delibera dalla stessa Provincia ma sotto la nuova guida di Matteo Rossi con restrizioni che vanificarono le mire degli immobiliaristi.
Venerdì, 10 settembre 2021