I disastri nelle vestigia romane e lo scempio dei marmi storici come conseguenza della scellerata politica edilizia di papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, vissuto a cavallo tra il 1500 ed il 1600, diedero luogo ad un celebre aforisma: «Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini», facilmente traducibile in italiano con «quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini».
Oggi si può dire che ciò che non è riuscita a fare la dannata pandemia di CoViD distruggendo l’economia del Pianeta e minando la salute e le libertà del genere umano, lo sta tentando con successo la burocrazia, la più moderna forma di cancro in metastasi: sua infatti la riedizione dei vecchi lasciapassare stampati da tutti i regimi dittatoriali che hanno infestato il mondo nei tempi trascorsi, e sua è anche l’introduzione in alcuni solerti Paesi del PLF, acronimo di «Passenger Locator Form», che serve sostanzialmente al tracciamento dei viaggiatori ai fini di una rapida identificazione in caso di focolaio, per molti solo una fastidiosa incombenza a carico di chi viaggia oltre i propri confini nazionali, ma solo se non si tratta di lavoratori transfrontalieri e se si sconfina di almeno 60 chilometri dalla propria residenza per oltre 48 ore.
Questo come se non fosse già chiaro che ciascun essere umano è già registrato in migliaia di banche dati, che i suoi movimenti siano già osservati ed analizzati, che i suoi acquisti, i suoi gusti, le sue preferenze e perfino le sue idee in materia di politica, di religione, di rapporti umani e sentimentali siano già noti e catalogati. Ed il tracciamento non richiede altri inutili moduli da compilare.
Come si vede non è solo l’Italia la detentrice del titolo di peggiore burocrazia d’Europa, perché altri Stati stanno insidiando il suo primato, come quelli che oggi richiedono, oltre al «green pass», versione moderna del distintivo nazista portato obbligatoriamente dagli ebrei in Germania dopo il 1938, anche il famigerato PLF, documento richiesto per viaggi in aereo, via mare e via terra con destinazione Germania, Belgio, Portogallo, Grecia, Cipro, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Con destinazione Spagna, Portogallo, Cipro e Slovacchia il PLF è richiesto solo per i viaggi in aereo, mentre è necessario anche per i viaggi via mare verso l’Irlanda, ma non è tutto: infatti i turisti diretti in Grecia dovranno compilare questo documento entro e non oltre il minuto precedente la mezzanotte del giorno di partenza: dovranno essere indicati, per ciascun viaggiatore, il nominativo,il documento d’identità, il recapito telefonico, la residenza completa, le motivazioni e le modalità del viaggio, il mezzo di trasporto utilizzato, ed altre informazioni che dovrebbero invece essere protette dalle leggi sulla privacy.
Chi arriva nel nostro Paese e tocca il nostro suolo, che si tratti di turisti stranieri o di italiani che rientrano da viaggi all’estero, hanno l’obbligo di compilare il PLF con la sola eccezione dei «migranti» che gli scafisti traghettano impunemente fino alle nostre coste in barba a tutto il colossale e grottesco apparato burocratico.
Enrico Scarpellini
Mercoledì, 21 luglio 2021