Un’impiegata 38 enne al lavoro presso lo sportello del Cup all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha sottratto circa 19 mila euro in tre anni, prelevando parte delle somme pagate dai pazienti per visite ed esami sostenuti.
A causa della fine del matrimonio e alle difficoltà nell’assistere il figlio disabile avrebbe spiegato d’aver perso la testa.
Ha patteggiato un anno e 8 mesi di reclusione con pena sospesa e la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale visto la restituzione dell’intera somma contestata.
L’indagine risale al 2015 quando la responsabile del Centro unico di prenotazioni dell’ospedale di Bergamo si rende conto degli ammanchi, alle verifiche interne segue la denuncia ai carabinieri e l’apertura di un fascicolo per peculato.
Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Giancarlo Mancusi hanno accertato che le prime irregolarità risalivano al 2013, si trattava di piccole cifre, in media 40 euro.
L’impiegata messa alle strette avrebbe ammesso le contestazioni motivandole con le difficoltà che in quel periodo stava affrontando, impegnandosi a restituire interamente la somma, cosa già avvenuta che le ha consentito di accedere al patteggiamento.
Inevitabile anche un procedimento disciplinare da parte dell’ospedale dove comunque continua a lavorare.
Venerdì, 11 giugno 2021